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Giorgia Meloni: "Per salvare il calcio italiano introdurre un numero minimo di connazionali nel calcio giovanile"

Andrea Tempestini
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In un commento che viene correttamente titolato "Invasione di campo", dalla prima pagina de Il Tempo, Giorgia Meloni interviene sul dibattito relativo al fallimento della nostra nazionale. Niente mondiali in Russia. "L'intero movimento è all'anno zero - scrive la leader di FdI -, e non esiste ambito nel quale non vada intrapresa una sana e robusta ricostruzione". Dunque la ricetta, di cui si è già discusso nelle ultime ore, soprattutto per la polemica tra Matteo Renzi e Matteo Salvini: "Se però una priorità si può individuare - continua Giorgia -, ebbene a mio avviso non può che essere l'intervento per limitare ad ogni livello la sproporzione all'interno delle squadre tra calciatori italiani e stranieri: la nazionale italiana va male per il banale e lapalissiano fatto che ci sono sempre meno italiani da farci giocare. Tutto qua". Dunque, la Meloni spiega di conoscere l'obiezione di chi dice che la percentuale di stranieri nei campionati europei è sostanzialmente omogenea. "Il dettaglio che però sfugge è un altro - continua -, ed è quello che spiega perché - a stranieri invariati - stando ai numeri ufficiali gli altri Paesi esprimano nazionali che raggiungono risultati superiori alla nostra". Secondo la Meloni, l'intervento dovrebbe riguardare il calcio giovanile: "Le altre nazionali - ricorda -, sono più competitive perché hanno, semplicemente, un bacino più ampi a cui attingere. Hanno settori giovanili all'altezza e assai bene organizzati. E pazienza se sono giocatori che invece che nella squadra in cui sono cresciuti sono finiti a giocare dall'altra parte del mondo: l'importante resta il passaporto". E ancora, sottolinea: "Nella prima divisione giovanile del campionato tedesco gli stranieri sono il 15%, in Austria il 17%, in Olanda e Svezia il 18%". Dunque la Cantera del Barcellona, con l'8% di stranieri, come il Psg (al Real Madrid si arriva al 10%). Cifre, insomma, che inquadrano il problema, perché, riprende, "nel campionato primavera italiano il tasso medio di stranieri è del 30,9%, a livelli da calcio inglese (non a caso l' unica altra grande d' Europa che sta denotando lo stesso problema)". Infine, la proposta: "Per l'immediato inserirei almeno a livello primavera l'obbligo di schierare in campo un numero non marginale di italiani. Sarebbe poi opportuno adottare questa soluzione anche a livello professionistico, superando anche gradualmente i problemi contingenti di bilancio, specie per le grandi che debbono oltretutto competere a livello europeo. In un tempo ragionevolmente breve ne trarrebbe vantaggio tutto il nostro movimento calcistico", conclude la Meloni.

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