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Giro d'Italia, nel 2019 le tappe durissime: perché a Nibali farà impazzire

Gino Coala
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I numeri non dicono tutto nello sport, ma contano molto: nel 2015 il dislivello complessivo del Giro è stato di 40.500 metri, salito a circa 43mila l' anno successivo, 44mila nel 2017 e pure nel 2018. Quello che scatterà da Bologna l' 11 maggio prossimo arriva a 46.500 metri in tre settimane (un ottimo amatore in dieci mesi arriva a 130/140mila complessivi) spalmati su 3.518,5 km, roba che da tempo non si vedeva e la dice lunga su quello che servirà per arrivare sino in fondo. Un Giro per Vincenzo Nibali? A bocce ferme diremmo di sì, perché le difficoltà cresceranno in maniera esponenziale settimana dopo settimana e quindi almeno sulla carta è ideale per un uomo di fondo come il siciliano che è abituato ad uscire alla distanza, come è stato nelle due occasioni in cui alla fine è salito sul gradino più alto del podio nella giornata conclusiva della Corsa Rosa. Ma sarà anche un Giro adatto agli uomini di fondo, a quelli che sanno come gestire forze e uomini senza scoppiare. Come il Team Sky che certamente porterà Gianni Moscon, ma molto probabilmente anche uno tra Geraint Thomas e Chris Froome. Il gallese, fresco vincitore del Tour, ha un conto aperto con l' Italia e il campione in carica non si chiama fuori: «Ne parlerò con la squadra prima di fare programmi. A me piacciono i tracciati equilibrati, con cronometro e salite. E quelle italiane si adattano di più alle mie caratteristiche. Abbiamo una squadra forte, chiunque sarà il capitano punterà a conquistare di nuovo la maglia rosa». E ancora, Fabio Aru che ormai non può più sbagliare; Thibaut Pinot entrato in una nuova dimensione dopo la vittoria al Lombardia; Mikel Landa; almeno uno dei due gemelli Yates; Elia Viviani a guidare la pattuglia dei velocisti e molto altro che scopriremo nei prossimi mesi. DA MONTANELLI A COPPI Finalmente tornerà ad essere un Giro d' Italia, anche se le tappe al Sud si fermeranno a San Giovanni Rotondo. Una prima settimana, cronometro di Bologna iniziale a parte, dedicata quasi esclusivamente ai velocisti: traguardi a Fucecchio per omaggiare Indro Montanelli a 110 anni dalla nascita (ma una tappa così scialba l' avrebbe infastidito), Orbetello partendo da Vinci nel 500esimo della morte di Leonardo, Terracina, San Giovanni Rotondo, Pesaro. Ma ci sarà anche l' omaggio a L' Aquila dieci anni dopo il tragico terremoto e soprattutto la crono individuale a San Marino, unico sconfinamento fuori dai nostri confini, non proprio per specialisti. E ancora, spazio per le ruote veloci a Modena e Novi Ligure, nel giorno del ricordo di Fausto Coppi e Costante Girandengo (uno nacque nel 1919, l' altro vinse il suo primo Giro). Al Campionissimo sarà dedicata anche la Cuneo-Pinerolo del 23 maggio ma c' entra nulla con la suia impresa del 1949: allora scalò da solo Colle della Maddalena, Col de Vars, Col d' Izoard, Monginevro e Sestriere arrivando con quasi 12 minuti di vantaggio, ora ci accontentiamo della salita di Montoso e del doppio passaggio al Muro di via dei Principi di Acaja che diranno poco. Molto meglio i due giorni successivi: l' arrivo a Ceresole Reale/Lago Serrù, nel torinese prevede l' ascesa finale del Colle del Nivolet con pendenze fino al 15%. E la Saint Vincent-Courmayeur presenta 5 GPM in 131 km. UN MINI "LOMBARDIA" Per finire la settimana, anche l' arrivo sul Lungolago di Como con la tappa più lunga del Giro (237 km) e gli stessi 60 km finali del Lombardia, con Madonna del Ghisallo, la Colma di Sormano (ma senza Muro), Civiglio e San Fermo della Battaglia. Nibali e Pinot ne conoscono ogni buca, potrebebro piazzarci un trappolone... L' ultima settimana sarà da cuori forti: martedì 28 maggio, prima di arrivare a Ponte Di Legno, ci sono 5700 metri di dislivello con Passo della Presolana, Croce di Salven, Passo Gavia (Cima Coppi del Giro) e Mortirolo dedicato a Marco Pantani. Tutto nella stessa tappa: roba da leggenda. Il giorno successivo nessun riposto verso Anterselva, poi ultimo appello per velocisti a Santa Maria La Sala, ma non è finita. Quella a San Martino di Castrozza è frazione da sparata finale, il 1° giugno invece tappone dolomitico con altri 5000 metri di dislivello, soprattutto con il Passo Rolle e la salita finale di Croce d' Aune-Monte Avena. Gli ultimi 15.600 metri della crono di Verona, con finale all' Arena, sapranno quasi di liberazione per tutti. E adesso che conosciamo anche il percorso del Tour, possiamo dirlo senza passare per sciovinisti: ancora una volta, qil Giro è un' altra cosa. di Federico Danesi

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