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Italia, rebus Ciro Immobile: perché Roberto Mancini deve subito trovare una soluzione

Davide Locano
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La buona notizia è che Mancini ha trovato anzitempo il centravanti del futuro - Moise Kean, a 19 anni e 23 giorni è diventato il secondo marcatore più giovane della storia della nazionale dopo Nicolé -, quella cattiva è che non trova il centravanti del presente. Ciro Immobile, contro la Finlandia, ha infatti confermato le prime sensazioni, ovvero che quest' Italia non fa per lui, nonostante l' assist confezionato per Kean. Immobile si è lamentato con il ct per l' isolamento a cui il compagno di reparto l' avrebbe sottoposto. Aveva ragione, perché Kean tendeva a rimanere troppo largo, ma solo in parte. Rimane infatti un problema di fondo e cioè che le caratteristiche del centravanti della Lazio non si incastrano con quelle dell' Italia di Mancini. Immobile ha bisogno di metri davanti a sé per accumulare velocità e attaccare in campo aperto. È un attaccante abile a giocare fronte alla porta, che di contro fatica quando è chiamato a voltarsi ed eseguire un lavoro di rifinitura e palleggio. È imprendibile quando la squadra difende con un baricentro basso e riparte a fionda in verticale, come appunto la Lazio di Inzaghi dove infatti rende al massimo, va invece in difficoltà quando la squadra è alta sul campo, perché diminuisce lo spazio di fronte a lui, i sentieri si ingorgano ed è costretto a palleggiare in vicoli stretti. Leggi anche: Biasin: perché questa Nazionale ha futuro Immobile è all' altezza dell' Italia (ha segnato 84 gol in 121 presenze con la Lazio nelle ultime 3 stagioni), ma è un controsenso rispetto alla filosofia di questa Italia. È quindi il contrario di quello che Mancini sta cercando. La morale è che nella nuova nazionale continua a mancare il centravanti corretto. Alla lunga può diventare un problema perché il mezzo con cui questa nazionale cerca il gol è il gioco, dunque tutto deve funzionare al meglio, ma è inevitabile che prima o poi arriveranno partite storte. In quei casi, avere un attaccante che prescinde dallo schema è utile, se non indispensabile. Immobile non è questo tipo di giocatore. Non è una colpa, è semplicemente una caratteristica. Non lo è nemmeno Belotti nell' idea di Mancini e non si può sempre sperare in Balotelli. In attesa di Kean, il prototipo ideale è Quagliarella, campione in ritardo. Fossero in estate gli Europei sarebbe illogico non convocarlo - lo ha dimostrato anche con la Finlandia: due occasioni e due mezze reti - ma non può essere eterno. Rimane quindi il dubbio, a meno che Kean non diventi titolare presto nella Juve. Ma la punta è l' unico difetto in un' Italia che convince e ha cominciato anche a vincere. L' atmosfera gioiosa attorno a questa squadra è quindi giustificata. Sabato ha giocato in uno stadio nuovo come la Dacia Arena, mostrando al mondo uno dei pochi esemplari di impianto contemporaneo, davanti ad un pubblico in festa, felice di spendere una serata al fianco degli azzurri. È cambiata l' Italia, ma anche il clima attorno ad essa: nessuno fa più il ct, contestando le scelte del vero ct. È una novità assoluta per la nazionale di calcio, quasi sempre motivo di divisioni. Ed è così si va lontano, l' importante è non dimenticarlo al primo passo falso. di Claudio Savelli

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