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Inter, Fabrizio Biasin: Romelu Lukako ha le spalle abbastanza larghe per ignorare i "buu"

Davide Locano
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A 20' minuti circa dalla fine di Cagliari-Inter si scatenano le bestie. Le bestie, per definizione, non hanno filtro, solo istinto. E quelle di Cagliari (perché lì si trovavano, non ce l' abbiamo con i cagliaritani, sia chiaro, ma solo con le bestie) hanno mollato gli ormeggi in nome di un risultato sportivo: buuuu, uhuhuh e altre puttanate per dar fastidio al neo acquisto dell' Inter, Romelu Lukaku. Lui, il belga, se ne fotte, segna, tira un' occhiata avvelenata ai fessi. Quelli, sempre per questioni di «istinto animalesco» ricominciano con i versi. Poi la partita finisce, le immagini fanno il giro del mondo e la gente, della serie A, dice solo che «è piena di razzisti». Bella figura, davvero. Ieri l' attaccante nerazzurro ha risposto così, via Instagram: «Il calcio è un gioco amato da tutti e non dovremmo accettare alcuna forma di discriminazione che possa far vergognare il nostro sport. Spero che le federazioni di tutto il mondo reagiscano con forza su tutti i casi di discriminazione. I social media devono funzionare meglio, così come le società, perché ogni giorno si vedono commenti razzisti sotto i post delle persone di colore... Se ne parla da anni, ma non si è ancora fatto nulla. Signore e signori, è il 2019, invece di andare avanti stiamo andando indietro». Infine, l' appello ai colleghi: «In quanto calciatori dobbiamo essere uniti e prendere una posizione su questa questione, per far sì che il calcio resti un gioco pulito e divertente per tutti». Pulito, asciutto, chiaro. Basterà? No, non basterà. Del resto ci ritroviamo sempre qui, periodicamente, a scrivere le stesse cose. Le bestie torneranno, potete contarci, perché funziona sempre così, almeno fino a quando decideranno di ingabbiarle. Ma visti i precedenti, forse, pretendiamo troppo. di Fabrizio Biasin

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