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Il Milan "scoppia", slavina dopo l'Atalanta: "Cosa dicono in società su Maldini". Terremoto a Natale

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Giulio Bucchi
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"Il Milan scoppia". Il titolo del Corriere della Sera è tutto un programma. Il retroscena da Milanello, nelle ore immediatamente successive alla devastante sconfitta per 0-5 sul campo dell'Atalanta (peggior scoppola dal 1998, ko contro la Roma di Zeman), parla di un club sul punto di esplodere sotto il peso di polemiche e veleni interni di cui il tracollo sportivo sul campo è solo il riflesso, e non la causa. Il primo imputato sarebbe Paolo Maldini, direttore tecnico a cui la proprietà imputa la colpa di aver allestito una squadra undicesima in classica ma con il quarto monte ingaggi della Serie A, senza contare il fallimento tecnico della scelta di Marco Giampaolo come tecnico la scorsa estate. Leggi anche: "Hanno tre cogl***". Feltri brutale dopo Atalanta-Milan 5-0 Che la polveriera rossonera possa trasformarsi in una Santabarbara, e sempre per colpa dei soldi, lo testimonia anche l'uscita brusca, come suo stile, di Zvone Boban: "Sul mercato cercheremo di fare del nostro meglio rispetto a quello che ci permetteranno di fare", riferimento nemmeno velato al Fondo Elliott che apre e chiude i rubinetti e al rigidissimo ad Gazidis. Dall'altra parte, ricorda il Corsera, i Singer ricordano come "i 160 milioni investiti solo nel 2019 sono stati spesi male". E alla fine si torna sempre a Maldini, passato da salvatore della patria a bandiera ammainata e listata a lutto nel giro di pochi mesi. "Tanto che diverse anime della proprietà sono sempre più convinte che farebbe bene a dimettersi", è il bigliettino di auguri poco natalizi recapitato a mezzo stampa a casa della bandiera rossonera.

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