Antonio Conte punge Mario Balotelli: "Serve gente che ha fame, non fama"

di Gian Marco Crevatindomenica 14 settembre 2014
Antonio Conte punge Mario Balotelli: "Serve gente che ha fame, non fama"

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Una vittoria del gruppo. Si dice sempre così ma a volte è vero, e nel caso di Antonio Conte (versione 2.0, quella da allenatore) lo è ancor di più: un punto fermo, quasi un marchio di fabbrica. Sul mantra del gruppo, sulla coesione, sull'unione che fa la forza l'ex tecnico della Juventus ha puntato tutto e, cosa importante, ha vinto tutto: 3 scudetti in 3 anni. Vincere con la Norvegia, all'esordio ufficiale (2-0, Zaza  e Bonucci) è stato un segnale importante, il gruppo conta, in nazionale ancor di più, soprattutto dopo la bufera del Mondiale brasiliano e le polemiche tra senatori e i cosidetti "giovani" nel team Italia è tornata una certa amalgama. Zaza o Mario? - "È stata una liberazione, non era semplice vincere qui, era da tantissimo che non lo facevamo. In pochi giorni abbiamo fatto subito cose importanti, ora miglioreremo il gioco e ci conosceremo di più. Buffon non ha sporcato i guanti, potevamo fare anche più gol. Non sarà facile per le altre fare tre punti qui" ha detto il tecnico, visibilmente soddisfatto per i tre punti, per il gioco sviluppato e sì, della risposta che il gruppo ha dato alla prima ufficiale. Ma è sulla scelta di lasciare a casa Mario Balotelli e di puntare sul semi esordiente Zaza, Antonio Conte ha ribatito il concetto "Io ho bisogno di gente che ha fame, non di gente che ha fama. Indietro non si torna. A me serve gente che abbia voglia di ‘alzare il campo’. Che quando finisce la partita lo debbano rizollare. Mi serve gente che pensi e giochi per la squadra". Capito Mario?