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Serie A, Fabrizio Biasin: come salvare il campionato

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Ben ritrovati dai rispettivi isolamenti (per chi se li può permettere). La giornata di ieri, calcisticamente parlando, ci ha regalato questa prima buona notizia: zero partite disputate (Turchia a parte, mah...). Siamo tutti arrivati alla stessa conclusione: giocare a calcio in questo momento è una colossale puttanata. Ci è arrivato persino il numero 1 della Uefa, Aleksander Ceferin, l' ultimo baluardo del «calma, non c' è fretta, prendiamoci il nostro tempo prima di decidere». E invece no, persino lui si è dovuto arrendere: nella mattinata di ieri ha scelto di sospendere Champions League e Europa League, niente ottavi di finale e arrivederci a fra un po'.

Arrivederci... a quando? E il punto è proprio questo, capire quando scadrà quel «fra un po'». Nessuno lo può sapere ma, intanto, abbiamo una (semi) certezza: l' Europeo sarà rimandato. Probabile che l' Uefa dia l' annuncio martedì, in questo modo permetterà a tutte le leghe nazionali di ragionare su un' eventuale riorganizzazione dei calendari. Perché il punto è sempre lo stesso: solo mettendo da parte "Euro 2020" si può pensare di portare a termine la serie A oltre ai vari campionati nazionali.

Ieri, persino la Premier League ha scelto di interrompere le attività (positivi l' allenatore dell' Arsenal Mikel Arteta e l' esterno ghanese del Chelsea Callum Hudson-Odoi, con le rispettive squadre finite in quarantena), la Bundesliga pure, la Ligue 1 francese anche, mentre le altre ci avevano già pensato.

Ecco, la posizione della Lega serie A, riunita ieri in assemblea "da remoto", è proprio questa: convincere Ceferin nella speranza che le misure anti-virus prese ormai un po' ovunque ci permettano di tornare alla normalità entro un mese, con conseguente ritorno al calcio giocato. Diciamolo sottovoce: al momento pare pura utopia, ma fingendo di vivere nel fatato mondo dei Mini Pony possiamo immaginare questo e quel torneo nazionale che riprende verso la metà di aprile (di sicuro ancora a porte chiuse) e termina alla fine di giugno. Le alternative - titoli assegnati a tavolino o disputa dei playoff - appaiono soluzioni tampone (chiediamo scusa...) assai poco logiche.

Ma, l' abbiamo scritto, al momento non ha senso ipotizzare qualunque cosa e, invece, tocca tornare alla stretta attualità, questa: dopo Manolo Gabbiadini, altri quattro giocatori della Sampdoria sono risultati positivi al Covid-19. I nomi: Omar Colley, Albin Ekdal, Antonino La Gumina, Morten Thorsby, oltre al dottor Amedeo Baldari, medico sociale del club. «Sono tutti in buone condizioni di salute e nei loro domicili a Genova» spiega il club in una nota ufficiale. Stessa sorte per Dusan Vlahovic della Fiorentina (ragionamento elementare: dove fanno i tamponi saltano fuori i positivi. Dove non li fanno ci sono ugualmente e, semplicemente, non ce ne accorgiamo).

c' è chi non molla E andiamo a chiudere. Ricordate che all' inizio di questo pezzo scrivevamo «tranne in terra turca»? Ecco, era una balla. Di seguito l' elenco dei sedici Paesi europei dove i professionisti giocano tra oggi e domani in partite ufficiali: Cipro, Islanda, Svezia, Russia, Serbia, Turchia, Ucraina, Ungheria, Azerbaigian, Bielorussia, Finlandia, Gibilterra, Kazakistan, Kosovo, Montenegro e Far Oer.

L'altroieri ci hanno annunciato la "pandemia", c' è chi continua a fottersene allegramente. Avete presente l' orchestra del Titanic? Ecco...

di Fabrizio Biasin

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