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Coronavirus, la Seria A taglia gli stipendi ai calciatori. Tommasi: "Irricevibile"

Francesco Perugini
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Il calcio si unisce contro il Coronavirus, ma solo a metà. La parte che si compatta è quella dei presidenti di Serie A, abituati a litigare ma ritrovatisi a votare all' unanimità le linee guida per contrattare il taglio degli stipendi dei giocatori. «Clamoroso al Cibali» era la battuta, suggerita dagli addetti ai lavori, con la quale veniva accolto un voto di oramai desueta unità. Peccato che non sia bastato per trovare un accordo con il sindacato dei calciatori, l' altra faccia di questo pianeta che mai come in queste ore sembra così lontano dai sentimenti delle persone comuni.
Ma andiamo con ordine: con la sola esclusione della Juventus - che ha già provveduto in anticipo - i vertici della Lega hanno concordato di proporre ai rispettivi tesserati una riduzione di un sesto degli ingaggi lordi annuali, cioè due mesi di stipendio, per fronteggiare la crisi dovuta allo stop. Un sacrificio inevitabile visto il crollo degli introiti da stadio, perduti anche in caso di ritorno in campo a porte chiuse. «La Lega Serie A sta seguendo l' evoluzione dello scenario in stretto coordinamento con la Uefa, la Figc e l' Eca. È stata confermata la volontà di portare a termine la stagione e di tornare a giocare, senza correre rischi, solo quando le condizioni sanitarie e le decisioni governative lo consentiranno», recitava la posizione dei club. Nel caso questo non dovesse proprio essere possibile - e il governo ordinasse lo stop definitivo - i presidenti hanno stabilito di incrementare la riduzione a un terzo della retribuzione lorda annua. E tagliare quattro mesi dell' attuale stagione, sullo schema già seguito proprio dalla Juve che tuttavia compenserà parte delle rinunce l' anno prossimo.
«Proposta vergognosa e irricevibile, la vera intenzione è non pagare», è stata la replica dell' Assocalciatori dopo un confronto con i suoi rappresentanti nella massima serie. Il sindacato era fermo alla proposta di «congelamento» di un solo mese di stipendio in attesa di sviluppi sulla ripresa e della conta finale dei danni per il sistema. «È chiara l' indicazione che si vuol far pagare solo ai calciatori gli eventuali danni della crisi. L' unica parte rilevante del comunicato della Lega è l' inciso con cui si dice che le squadre dovranno negoziare le modifiche contrattuali con i singoli giocatori».
Insomma, nonostante l' opposizione del sindacato, le trattative continueranno tra i singoli club e i rispettivi giocatori: Inter, Cagliari e Lazio si sono già portate avanti nella discussione. Nel frattempo, si lavorerà a protocolli e programmi per il ritorno in campo. Domenica sera il presidente federale Gabriele Gravina ha aperto a un' estensione del campionato fino a settembre-ottobre per evitare contenziosi legali su promozioni e retrocessioni. E su questa linea sarebbe pronta a muoversi la Fifa con una estensione illimitata della stagione sportiva 2019/20 in tutto il mondo. Una simile decisione permetterebbe a ogni Paese di determinare la fine dei propri campionati, ma aprirebbe anche la strada all' estensione dei contratti in scadenza al 30 giugno. Con quali cifre sui bonifici, è tutto da stabilire.

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