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Juventus, il repulisti di Andrea Pirlo: il piano, tagliare 200 milioni per reinvestirli. I nomi nel mirino

Tommaso Lorenzini
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"Tutti gli uomini di Pirlo" è il rebus che accompagnerà le prossime settimane della Juventus, la quale riparte sì dai nove scudetti di fila in cerca del 10 in pagella, ma anche dallo zero che ha prodotto la cacciata di Sarri e la nomina di Andrea al suo posto. Zero come Anno Zero: equivale all'esperienza in panchina di Pirlo, la scommessa di Andrea Agnelli per provare a farsi in casa il Guardiola o lo Zidane, visto che non c'è stato modo né soldi per portarli a Torino. 

Da zero riparte anche il mercato, coi desiderata di Pirlo diversi da quelli di Sarri. Gli esperti sostengono che gli effetti deprimenti del Covid sulle casse dei club obbligheranno a tanti scambi più che ad affari con giro di soldoni. Non sarà forse un "fuori uno, dentro un altro", né una tabula rasa ma si proverà a fare più rinnovamento possibile. E metà rosa potrebbe partire per finanziare il mercato, quella metà che con i vari contratti in essere (anche di diversa durata) per stipendi netti pesa 112,5 milioni e al lordo sfiora i 200. 

 

A MACCHIA D'OLIO
Le uscite inizieranno dal centrocampo dove si chiude l'era Allegri (quella Sarri non è mai cominciata) considerando che tre dei punti fermi di Max non ci saranno più: il 30enne Pjanic ha già salutato per andare al Barça in cambio di Arthur; il 33enne Khedira (quest' anno 18 partite di cui una sola intera) va in scadenza e risparmiare i 6,5 milioni di ingaggio è prioriatario; Matuidi, 33 anni, prende 3,5 milioni e finirà all'Inter Miami di David Beckham, ex compagno al Psg. Ramsey e Rabiot sono i più costosi, 7 milioni netti ciascuno fino al 2023, e sono stati fra i più deludenti: ma se i 25 anni del francese autorizzano a puntarci ancora, i 29 del gallese potrebbero pesare o spingere Paratici a metterlo sul mercato. Giù dalla torre è destinato anche Higuain. Ritrovatosi questa stagione alla Juve per mancanza di alternative (sue e del club), ha 32 anni, un contratto da 7,5 milioni che scade a giugno e imboccato la fase calante. 

Dovrà far posto a un centravanti che dia a Pirlo la possibilità di giocare a due o tre punte. Milik (26) del Napoli è fra gli obiettivi, ma attenti al pallino di Paratici, Icardi (27), riscattato per 58 milioni dall'Inter da quel Psg che adesso è tornato sulle tracce di Ronaldo (35). Uno scambio del genere appare fantacalcio, in realtà accontenterebbe (quasi) tutti. Se i centrali di difesa sono consolidati (compreso il 22enne Demiral che fino all'infortunio aveva ben impressionato), Rugani (26, 3,5 milioni di stipendio fino al 2024) ha le valige in mano e tutto da definire è il destino del poco convincente Danilo (29, 3 milioni fino al 2024) e di De Sciglio (27, 3 milioni fino al 2022), sempre fuori quest' anno per infortunio. Non è detto che il terzino azzurro parta, più probabilità di cambiare aria ci sono per Bernardeschi (26 anni e 4 milioni a stagione fino al 2022), utilizzabile come pedina di scambio. È incerta pure la posizione di Douglas Costa (29 e 6,5 milioni a stagione fino al 2022). Attaccante esterno puro, il brasiliano sarà in competizione col 20enne astro nascente Kulusevski e la fragilità muscolare lo condiziona: portarlo a scadenza è un rischio. 

 

In più, il neoaquisto svedese è ben più duttile, Pirlo nella sua autobiografia ha posto Antonio Conte come modello per allenare e quindi immaginare Kulu come jolly, attaccante o mezzala di incursione, non è campato in aria (il mister del Parma, D'Aversa, ha spesso paragonato il suo ormai ex giocatore a Pavel Nedved). 

LO STAFF
Capitolo staff. Pirlo dovrebbe portare con sé Roberto Baronio e Antonio Gagliardi per la match analysis (già scelti per l'U23) e Andrea Barzagli potrebbe tornare ad affiancare l'ex compagno in una restaurazione dello spogliatoio. Si fa poi il nome di Paolo Bertelli come preparatore atletico. Viene dalla Samp che ha finito in crescendo con l'ottima salvezza ed alla Juve c'è già stato proprio con Pirlo giocatore: in bianconero il Maestro ha vissuto una seconda giovinezza grazie agli allenamenti specifici e quindi si fida molto, benché poi al Chelsea Bertelli (dove è stato con Conte e poi Sarri) sia finito nel mirino per molti ko muscolari.

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