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Marco Van Basten sconvolge il calcio: "Dopo il ritiro sono morto, la mia vita è dolore. La mia carriera? Non ne valeva la pena"

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"Non ne valeva la pena". Marco Van Basten, intervistato dalla Bbc, sconvolge il mondo del calcio con una riflessione molta amara sulla sua carriera e i sacrifici fatti per diventare forse il centravanti più forte di sempre. "Il dolore di cui ho sofferto e soffro tuttora - ha raccontato il cigno di Utrecht, che con Olanda e Milan ha vinto tutto dovendosi però ritirare a 29 anni a causa di una caviglia devastata dagli infortuni - non vale i successi che ho ottenuto. L'anca mi fa talmente male da rendere difficile la mia vita quotidiana. All'epoca il calcio era tutta la mia vita, ora invece mi rendo conto che c'è una vita oltre il calcio e la mia è caratterizzata dal dolore". Oggi 56enne, il tre volte Pallone d'Oro non ha mai nascosto i gravi problemi di depressione affrontati dopo il ritiro: "Se potessi tornare indietro farei scelte completamente diverse: io quando ho smesso di essere calciatore sono morto. Oggi non sono in grado di tirare un calcio ad un pallone o di usare il piede per fare altro. L'anca è inchiodata, inerte. È doloroso, durissimo". 

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