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Vladimir Putin, la mediazione umiliante: doping, Russia a Olimpiadi e Mondiali senza nome, bandiera, inno e

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Il Tas di Losanna ha giudicato il ricorso della Russia contro la squalifica di quattro anni imposta a dicembre 2019 dalla Wada (l’agenzia antidoping mondiale). Sostanzialmente la decisione ha il sapore di una sorta di compromesso, dato che la nazione di Vladimir Putin potrà partecipare a tutte le rassegne sportive, dalle Olimpiadi di Tokyo 2021 a quelle invernali di Pechino 2022, compresi i mondiali di calcio di Qatar 2022: dovrà però rinunciare all’utilizzo del proprio nome, della bandiera e dell’inno per i prossimi due anni, fermo restando che dovrà sempre dimostrare di non avere alcuna implicazione in vicende di doping. Ci sono però delle piccole concessioni, come quella di utilizzare il nome Russia sulle uniformi, a patto che non sia più grande di “atleti neutrali” o “squadra neutrale”. Inoltre viene consentita la presenza di Putin e di altri esponenti del governo ai grandi eventi, a patto che ricevano un invito da parte dei capi di Stato e di governo dei paesi ospitanti. 

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