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Euro 2020, sfregio tedesco a Fabio Caressa: "Non sa neppure come si chiamano quelli dell'Italia. E 10 volte a partita..."

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Il sudatissimo passaggio di turno  dell'Italia contro l'Austria di Franco Foda, non è certo passata inosservata ai tedeschi. In particolare, in un articolo pubblicato sulla Süddeutsche Zeitung, il giornalista Oliver Meiler ha criticato la telecronaca che sarebbe faziosa e troppo soggettiva di Beppe Bergomi e Fabio Caressa. "Gli italiani sono ora ai quarti di finale, ma per ora l'entusiasmo sul loro bellissimo e leggerissimo gioco del turno preliminare è svanito", scrive il giornalista tedesco, punzecchiando anche la montatura e l'esaltazione del gioco degli Azzurri, dopo i primi tre incontri vinti in un girone decisamente abbordabile. Insomma, contro Caressa, dopo gli affondi di Paolo Bargiggia ecco quelli dei tedeschi.

 

 

"In media, Caressa confonde il nome di un giocatore una decina di volte a partita", scrive Meiler. "Ad esempio, il centrocampista Florian Grillitsch per lui ha continuato a toccare palla anche una volta uscito dal campo. Ma ha sbagliato anche i nomi dei calciatori dell'Italia". Il giornalista, ricorda poi le frasi di circostanza caratteristiche di ogni partita commentata da Caressa: "L'arbitro manda tutti nello spogliatoio per un Tè caldo", e a fine partita: "L'arbitro dice che basta così". "Non lo dice di tanto in tanto - spiega Oliver Meiler -. Lo dice sempre, sempre. Devi ascoltarlo anche se stai seguendo la partita su un altro canale. Ci sono delle meravigliose parodie del duo Sky online".

 

 

Finisce il primo tempo, dominato dall'Italia, nonostante non sia arrivata la zampata vincente. "Dopo il Tè, però, tutto era diverso: Caressa al 69': 'Soffriamo terribilmente'. Caressa al 75' per Bergomi e la nazione unita: 'Beppe, quanto stiamo soffrendo stasera!'. Bergomi al 79': 'L'Italia ha perso la testa, siamo ogni minuti più nervosi". A un certo punto - scrive Meiler -. "Caressa ha avuto un lampo di ispirazione: 'È come nella vita reale', ha detto 'se vuoi vincere, devi essere in grado di soffrire'. "Forse è meglio guardare la soporifera Rai?", si domanda il giornalista della Süddeutsche Zeitung.

 

 

 

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