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Gli inglesi non vogliono i nostri tifosi a Londra: è la vendetta politica dopo le perplessità per il Covid

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Daniele Dell'Orco
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 È la capitale europea della variante Delta, fa registrare oltre 25mila nuovi contagi giornalieri, è stata costretta a prorogare il programma di (blande) restrizioni, ma per la Gran Bretagna gli untori siamo noi. Per le final four che, tra mille polemiche, si svolgeranno a Londra nel mitico Wembley a partire da martedì, quando sarà in programma la semifinale dell'Europeo tra Italia e Spagna, il Regno Unito ha sì da un lato ricevuto dall'Uefa il permesso di aumentare la capienza a 60mila spettatori (contro i 15mila della fase a gironi e i 45 mila di Inghilterra-Germania degli ottavi) ma dall'altro intende far rispettare alla lettera i limiti d'ingresso dall'estero così da prevedere un parterre di spettatori quasi totalmente "domestico". Paradosso nel paradosso. Alla fase finale del primo Europeo itinerante della storia, ideato per coinvolgere più popolazioni possibili, potranno assistere solo i britannici. O comunque solo i residenti nel Regno Unito. Dopo il trionfo contro il Belgio, il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha infatti annunciato che per la sfida alla Spagna la nostra Federazione potrà disporre di appena 125 biglietti. Su 60mila. «Abbiamo qualche forte limitazione se vogliamo dare il senso della partecipazione a questo gioco. Capisco che c'è una pandemia, dobbiamo convivere con le norme restrittive del governo inglese. Cercheremo di migliorare, staremo attenti, se rispettiamo le regole non corriamo rischi. Ma viverlo con questo condizionamento, l'anima bella di questo sport viene penalizzata - dice Gravina, che poi approfitta per spendere qualche bella parola per lo sfortunato Spinazzola (dopo la rottura del tendine d'Achille) - Entrando nello spogliatoio c'era un silenzio tombale. Uno dei momenti che più ricorderò nella mia carriera di sportivo. Gli auguro un rientro veloce».

ENTRARE NEL REGNO UNITO
Nonostante l'impegno di Gravina, però, più che ottenere qualche centinaio di biglietti in più per l'eventuale finale (1000 in totale), ci sarà poco da fare. Perché in base alle restrizioni attualmente in vigore nel Regno Unito, provenendo dai Paesi "gialli", come l'Italia, si potrà entrare solo dopo quattro adempimenti: 1) presentare il risultato negativo di un tampone effettuato nei tre giorni precedenti al giorno della partenza; 2) compilare un formulario online ("travel locator form") nei due giorni precedenti la partenza, in cui inserire indirizzo specifico e numero di telefono del viaggiatore; 3) osservare una quarantena di 10 giorni presso un indirizzo privato o Covid hotel varia a seconda del Paese di provenienza. È possibile ridurre la quarantena a 5 giorni utilizzando l'opzione test-to-release effettuando un test a pagamento il 5° giorno di auto isolamento; 4) effettuare due tamponi in occasione del secondo e dell'ottavo giorno di autoisolamento nel Paese. I due Covid test devono essere prenotati e pagati prima dell'ingresso nel Paese (e costano 210 sterline, quasi 300 euro). Già di per sé recarsi del Regno Unito dunque sarà una mezza impresa. E partire oggi impedirebbe comunque nella migliore delle ipotesi di essere presenti per la semifinale, ma consentirebbe la presenza in una eventuale finale solo in caso di test-to-release, a fronte peraltro di un esborso economico notevole, della quarantena al rientro in Italia e del rischio di dover assistere a un match in cui gli azzurri non saranno presenti. Partendo solo dopo il risultato della semifinale, invece, non si avrebbe comunque il tempo tecnico per svolgere gli adempimenti nemmeno in caso di procedura rapida. Per tutte queste ragioni, insomma, la gara di Wembley sarà riservata solo ai "pochi" fortunato che risiedono già nel Regno Unito. Numeri precisi post-Brexit non ce ne sono ancora, ma considerando che sono almeno 522mila gli italiani che al 31 maggio si sono iscritti al registro digitale del Settled Scheme (istituito dal governo britannico per garantire i diritti pre-Brexit ai cittadini Ue residenti nel Regno Unito), è possibile stimare una presenza di italiani in generale non inferiore alle 700mila unità. Wembley, insomma, sarà comunque in parte tinto di azzurro, basta che non sia quello del Continente. 

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