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Euro 2020, non solo Rebic e Rodriguez: flop e paradossi, quelli che si sono svalutati

Federico Strumolo
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L'Europeo per alcuni calciatori rappresenta la svolta della carriera. Per quella giocata indimenticabile, o quel bellissimo gol realizzato. A volte, però, una manifestazione così importante può produrre l'effetto contrario: prendere un grande calciatore con enormi speranze e lasciarlo con le ossa rotte. Quello itinerante appena concluso ha svalutato tanti protagonisti del nostro campionato. Ne sa qualcosa la Juventus, che se è vero che accoglierà quattro campioni d'Europa (Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini, Federico Bernardeschi e Federico Chiesa), dovrà anche fare i conti con tanti delusi di lusso. 

 

Primo fra tutti Matthijs De Ligt, tra i più grandi responsabili della clamorosa eliminazione dell'Olanda agli ottavi di finale contro la Repubblica Ceca. La goffa espulsione dell'olandese (per fermare Patrik Schick dopo essere caduto mentre marcava l'attaccante ceco) all'inizio della ripresa sullo 0-0 (poi è finita 0-2), infatti, resterà nella mente di tutti gli appassionati del pallone. Ma alla Continassa De Ligt è in buona compagnia. Aaron Ramsey sperava che l'Europeo con il suo Galles potesse rappresentare una rivincita dopo la stagione difficile con la Vecchia Signora, ed invece- tolto il gol contro la Turchia - non ha entusiasmato. Poi ci sono quelli che si sono fatti conoscere per i gol, ma nella propria porta: Merih Demiral con la sua Turchia (per nostra fortuna) nel debutto contro l'Italia, il portiere Wojciech Szczesny con la sua Polonia contro la Slovacchia. 

Restando a Torino, ma guardando ai granata, un altro deluso dell'Europeo è Ricardo Rodriguez. Sebbene la sua Svizzera abbia fatto una bellissima figura- eliminando la Francia ai rigori negli ottavi ed arrendendosi solo alla lotteria dal dischetto nei quarti contro la Spagna - di lui si ricordano tutti il rigore fallito contro i francesi e la pessima marcatura sul momentaneo vantaggio di Karim Benzema. Si rammenta poco o nulla, invece, dell'estate europea del croato Ante Rebic: quattro presenze (tre da titolare, in cui poi è stato sostituito nella ripresa, ed una da subentrato) e zero gol. Un bottino anonimo per l'attaccante del Milan. E parlando di rossoneri, c'è il paradosso di Hakan Calhanoglu. Tra le più grandi delusioni della competizione con la sua Turchia, ma capace comunque di firmare un ricco accordo da sei milioni a stagione (cinque fissi, uno di bonus) con l'Inter dopo aver lasciato il Diavolo a zero. Ovviamente tra i flop dell'estate ci sono anche tante stelle di altri campionati. 

 

Chi ha abbandonato i sogni di Pallone d'Oro è Kylian Mbappé, rimasto a secco nelle quattro partite giocate con la sua Francia. Solo un gol in più per il compagno di nazionale Antoine Griezmann. E come la squadra di Didier Deschamps, è stata eliminata agli ottavi la Germania (contro l'Inghilterra), con due attaccanti che più di tutti hanno fatto disperare i tifosi tedeschi: Thomas Muller e Timo Werner. Entrambi senza reti e protagonisti di clamorosi gol falliti. Impossibile, poi, non citare gli inglesi Marcus Rashford e Jadon Sancho, protagonisti di due dei tre rigori falliti dall'Inghilterra in finale (l'altro di Bukayo Saka) dopo un Europeo anonimo (cinque presenze per Rashford, tre per Sancho, entrambi senza reti). Ma anche il belga Eden Hazard (quattro presenze e zero gol), il portoghese Bruno Fernandes (quattro apparizioni senza gol) o l'austriaco Marcel Sabitzer (quattro partite e zero reti). Tutti partiti con l'idea di conquistare l'Europa e che invece sono tornati a casa con la coda tra le gambe.

 

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