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Tokyo 2020, ma quello è Gregorio Paltrinieri? Robe da matti ai giochi: i telecronisti Rai meritano una statua

Fabrizio Biasin
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Sulla questione «qual è la gara più sfiancante dell'Olimpiade?», ognuno ha il suo punto di vista: c'è chi dice la maratona, chi la 50 km di marcia, chi dice «hai mai provato i 400hs?», ecc... Quella del qui scrivente è la "maratona" in acque libere. L'altra mattina il nostro Gregorio Paltrinieri ha nuotato 10 km nella melma della baia di Tokyo. "Melma", sì, perché l'acqua sfiorava i 30 gradi e alla fine i poveri nuotatori sono stati soccorsi con pezzuole gelate.

 

Cioé, noi siamo abituati ad avere freddo anche alle Barbados, quelli sono usciti surriscaldati. E vabbé. La cosa che ci ha realmente sorpreso seconda solo al fatto che codesti "pesci" hanno concluso "le operazioni" ben sotto le due ore (molti di noi non ce la fanno neppure a piedi) - è che seguendo la gara dalla tv non si capisce letteralmente una fava.

 

Cioé, questi poveracci nuotano inseguendo grosse boe, ognuno con la sua traiettoria, ma gli schizzi d'acqua impediscono di capire se effettivamente Tizio è 3° e Caio 4°. I telecronisti interessati meriterebbero una statua e pure noi che abbiamo seguito l'impresa (super) del nostro Greg. Terminata la sfacchinata abbiamo quindi scelto di giare sul karate e lì, ufficialmente, ci abbiamo capito ancora meno (ma abbiamo vinto un altro bronzo! Grandi!).

 

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