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Cristiano Ronaldo, Ivan Zazzaroni a valanga: "Ha chiuso come è arrivato, scappando"

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"A differenza di Messi, Ronaldo non ha versato nemmeno una lacrima. Até mais. Ha salutato compagni, dirigenti e impiegati, poi è corso all’aeroporto, è salito sull’aereo - privato, naturalmente - e via, più veloce della luce verso l’infinito e oltre (Lisbona, la nazionale). Nei prossimi giorni tornerà nell’unica Manchester che lo voleva realmente". Così Ivan Zazzaroni, dalle colonne del Corriere dello Sport, sintetizza l'addio di CR7 alla Juventus. Un addio criticato per il comportamento tenuto dal portoghese,

 

 

 

"La macchina da guerra, il Superman di Funchal autoprogrammatosi per uccidere i sentimenti, ma anche alcune ipocrisie di convenienza, oltre che i record. Tanti. Ha chiuso così come aveva aperto. Scappando: la fuga gli è sempre piaciuta. Tre anni fa lasciò Madrid, ieri è stata la volta di Torino. Il convitato di pietra, di nuovo Messi. Nel 2018 Cristiano impose la rottura al Real proprio perché Florentino Perez non l’accontentava con lo stesso stipendio che il Barcellona garantiva all’argentino (54 milioni). Stavolta, dopo che Messi, ancora lui, gli aveva soffiato la destinazione parigina, ha mollato una Juve ridimensionatasi anche per far fronte al superingaggio, oltre che per gli effetti della pandemia", ricorda Zazzaroni.

 

 

 

 

 

"Ronaldo era e resta il Marchese del Grillo del calcio mondiale: 'Io so’ io e voi non siete un....'. Ronaldo lo stimi come campionissimo, ma non lo ami. Ricevere l’amore del prossimo gli interessa peraltro poco, si basta: il pubblico lo carica, lo eccita, ma niente di più. Lui si nutre del veleno dei nemici, ai quali riserva gesti di scherno, ne sanno qualcosa i tifosi di Atlético Madrid e Barcellona.  Lo saluto alla sua maniera. Con un 'grazzie': non risparmia sulle auto e neppure sulle zeta", conclude il direttore del Corriere dello Sport.

 

 

 

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