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Federico Chiesa brilla in Nazionale, occhio agli altri club europei: l'errore che la Juve deve evitare

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Gabriele Galluccio
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Le chiacchiere stanno a zero quando a parlare è il campo. E cosa sta dicendo a gran voce? Che Federico Chiesa è uno dei pochi calciatori del livello più alto che abbiamo attualmente in Italia. Basta poco per comprendere che ha qualcosa in più degli altri: lo si scorge da come si muove, dalla personalità con cui tenta le giocate e cerca di essere decisivo per la sua squadra, sia essa la Nazionale o la Juventus. E poi c'è una questione di qualità tecniche sopra la media. Prendiamo ad esempio gli ultimi tre gol segnati in azzurro, che sono il manifesto di cosa è capace di fare questo ragazzo: il primo contro l'Austria, quando si è spostato la palla dal destro al sinistro con un tocco a eludere il recupero del difensore e poi ha calciato al volo sul secondo palo; il secondo contro la Spagna, quando si è avventato su una palla vagante e col destro l'ha trasformata in un tiro a giro imparabile; il terzo contro la Bulgaria, con un'accelerazione sulla trequarti, lo scambio con Immobile e la conclusione di sinistro a incrociare che non ha lasciato scampo al portiere.

 

 

FINTE E SCATTI
Non a caso nel deludente pareggio concesso ai bulgari gli azzurri hanno cercato continuamente Chiesa: rimasto in campo per tutta la partita, si è reso protagonista delle azioni più pericolose, come quella che per poco non valeva il 2-1 al 60', quando ha ubriacato il suo marcatore con una finta rapida nello stretto e provato il colpo sotto, trovando però una gran risposta del portiere in uscita disperata. Alla luce di quanto fatto vedere quest' estate in Nazionale - e anche nella Juve nel corso di una stagione mezza fallimentare ma in cui è cresciuto tanto, chiudendo con 14 reti e 10 assist fra tutte le competizioni - fa strano pensare che Federico abbia giocato poco più di 80' nelle prime due uscite dei bianconeri. Max Allegri lo ha infatti tenuto in panchina contro l'Udinese fino a un quarto d'ora dalla fine e lo ha sostituito dopo 65' contro l'Empoli, in una partita in cui tra l'altro Chiesa è stato l'unico a fare "qualcosa": mentre i compagni vagavano per il campo, lui ha provato a risolverla con un paio di iniziative personali smorzate soltanto dai grandi interventi di Vicario.

 

 

Uscito lui, la Juve non ha mai dato la sensazione di poter fare gol. Allegri non sarà il più moderno degli allenatori, ma si dice sia uno dei più intelligenti. E quindi non avrà certo bisogno di sentirsi dire che non può prescindere dal talento di Dybala e da quello di Chiesa, che può giocare ovunque: destra, sinistra, da seconda punta, l'importante è che sia in campo e che riceva palloni giocabili. L'eredità lasciata da Cristiano Ronaldo è pesante, incolmabile in termini di gol perché parliamo dell'attaccante con la più alta media realizzativa nella storia bianconera. Ma Chiesa è merce rara, può spaccare la partita in qualsiasi momento: per farlo, banalmente deve stare in campo il più possibile. La Juve e Allegri sono avvisati: Federico ha soltanto 23 anni ed è già più forte del padre Enrico (sotto i cui occhi ha segnato contro la Bulgaria, nel suo ex stadio di Firenze), il nuovo ciclo bianconero dovrà dimostrarsi alla sua altezza, altrimenti passerà poco tempo prima che qualche top club europeo venga a prenderselo. E già quest' estate hanno suonato le prime sirene inglesi e tedesche...

 

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