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Juve e bilanci truccati, la profezia dell'esperto: "Penalizzazioni? Come andrà a finire"

Francesco Fimmanò

Claudio Savelli
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Francesco Fimmanò, ex membro della Corte d'Appello Figc e vicepresidente della Corte dei Conti, cominciamo con la domanda da un milione di dollari: la Juventus l'ha fatta grossa?

«Quella delle cosiddette "plusvalenze strumentali" nel calcio è una pratica diffusa in tanti club. Infatti la società bianconera è parte di un'operazione più ampia».

Trattasi dell'inchiesta "Prisma" avviata dalla procura della Repubblica di Torino. Il rischio è quindi penale?
«Ci sono due profili: uno penale e uno sportivo. Per il primo, la procura contesta il falso in bilancio di una società quotata in Borsa, preoccupandosi della corretta valutazione ai fini degli investitori. Infatti la perquisizione è avvenuta il venerdì sera, una volta chiusa la settimana».

Secondo la procura, oltre alle false comunicazioni sono contestate anche le false fatturazioni. È corretto?
«Altrimenti note come "fatturazioni inesistenti", cioè quelle relative a operazioni che dal punto di vista oggettivo non esistono perché non prevedono flusso di cassa. Tecnicamente però può essere una valutazione parzialmente non corretta perché il tema, nel caso dei club, semmai è la sovra-fatturazione».

 

 

Si tratta della terza inchiesta sullo stesso argomento: cosa suggeriscono i precedenti a livello penale?
«Quello più illustre risale al 2008 ed è legato a Milan e Inter per i bilanci del 2004: furono entrambe assolte. Si disse che "il fatto si configurava" ma in sede penale "non costituiva reato". È fondamentale il cosiddetto elemento psicologico, cioè la finalità dell'operazione e in quei casi non era colposa».

A livello sportivo, qual è il rischio? C'è il caso del Chievo, condannato nel 2018 dalla Corte d'Appello federale a 3 punti di penalità prima di fallire (come accadde anche al Cesena, altro club nell'inchiesta, ndr)?
«Si rischiano punti o l'esclusione dai campionati quando il fine è ottenere l'iscrizione ad una competizione a cui non si sarebbe ammessi. Non penso sia il caso della Juventus. Fu invece quello del Chievo, che infatti si dimostrò insolvente e questo comportamento generò il fallimento della società».

 

Quindi come si può inquadrare il caso della Juventus?
«Le eventuali plusvalenze strumentali non dovrebbero essere legate a problemi patrimoniali reali, né penso siano finalizzate all'iscrizione al campionato o a rimediare all'impossibilità di adempiere alle obbligazioni (come i pagamenti degli stipendi, ndr), piuttosto possono essere legate alla necessità di non sostanziare perdite pesanti per non evidenziare incapacità gestionali».

Tradotto: operazioni architettate dai dirigenti per coprire le loro stesse mosse sbagliate. L'ex chief football officer Fabio Paratici, secondo i pm sarebbe l'artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze...
«Visto il periodo oggetto di analisi, dal 2019 al 2021, si può pensare che siano operazioni legate all'acquisto di Cristiano Ronaldo, che ha generato scompensi finanziari. D'altronde, il valore di un calciatore nei bilanci non è legato alla sua forza ma alla possibilità di rivendere il cartellino».

 

Si può evitare, come scrive la Guarda di Finanza, che il meccanismo delle plusvalenze sia usato come "correttivo dei rischi assunti in tema di investimenti e dei costi connessi ad acquisti e stipendi scriteriati"?
«Esiste una difficoltà oggettiva legata all'effettiva valutazione dei calciatori, soprattutto ai giovani che non sono ancora stati valutati sul mercato: resta un fatto soggettivo. Storicamente ci sono state diverse ipotesi per risolvere la questione, sia a livello federale e Covisoc, il cui fine è garantire stabilità nei campionati evitando che i club durante la stagione possano fallire, sia a livello Uefa ai fini del fair play finanziario. Il caso Juve può essere la goccia che fa traboccare il vaso: le idee stanno venendo a galla».

Ovvero?
«Che le operazioni dove non sono presenti flussi di cassa, cioè tutti quegli scambi a somma zero che generano plusvalenze, non vengano considerate nei conteggi. È al vaglio anche un sistema di algoritmi per definire un valore commerciale convenzionale dei calciatori»

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