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Gigio Donnarumma, ecco perché nessuno difende l'azzurro: no, le papere non c'entrano...

Fabrizio Biasin
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A un certo punto della partita più emozionante da un lustro a questa parte - sì, Real-Psg di mercoledì - i galletti sono belli sereni e ruspanti: stanno vincendo 1-0, all'andata hanno portato a casa lo stesso risultato, Mbappé pare Marcell Jacobs ma con anche i piedi buoni, il Bernabeu mugugnae si sente puzza di contestazione al grido di «Ancelotti è bollito!». Ebbene, quando tutto sembra apparecchiato per la celebrazione dello sceicco Al-Khelaifi, quello che spende e spande da un decennio ma in Europa ha il mio e tuo stesso palmares (una mazza), irrompe lui, il miglior giocatore dell'Europeo 2021, Gianluigi Donnarumma da Castellammare, già "Gigio" ma anche "Paperumma".

 

Ecco, laggiùin Spagna l'ex baluardo del Milan sceglie di vestire i panni dello sfortunato supereroe e combina la puttanata: cincischia,inciampa sul pallone, lo perde, regala un gol a quell'iradiddio di nome Benzema e, insomma, dà il via alla clamorosa rimonta dei blancos. E pensare che nel primo tempo, Gigione, era stato protagonista di un paratone, un'evoluzione impressionante su tiro più o meno aggiro dello stesso Benzema (e chi altrimenti?). Poi però si è materializzato l'inferno travestito da fetente eliminazione, quella toccata ai parigini che già pregustavano la finale casalinga e invece "ciccia" (la capitale francese ha preso il posto di San Pietroburgo e i motivi sono arcinoti). 

Apriti cielo! A fine partita lo sceicco incazzatissimo e il suo fidato dirigente, Leonardo, si sono precipitati negli spogliatoi e hanno fatto un casino che metà basta: spintoni, urla, minacce (e un procedimento disciplinare aperto dall'Uefa), tutto per un presunto fallo del solito Benzema ai danni dello stesso Paperumma che, sì, l'ha combinata grossa che di più non si può ma il fallo lo ha subìto per davvero. E veniamo al punto. Perché nessuno ha preso le difese del gigante buono? Perché solo il gatto e la volpe (Al-Khelaifi e Leo) hanno speso parole per lui, mentre gli altri gli hanno dato solo del minchione? Cioè, qui si parla persino di una colluttazione tra il portiere e Neymar negli spogliatoi, fatto smentito dall'entourage raiolesco e dal brasiliano, ma vai a capire cosa è vero e cosa no. Il dato di fatto è che Donnarumma paga per le sue scelte estive, quelle che lo hanno allontanato da Milano in nome di una carriera da far decollare il più in fretta possibile. Decisione legittima, per carità, ma gestita malissimo, con i tifosi del Milan che si aspettavano un minimo di riconoscenza e, in cambio, hanno ricevuto solo un «arrivederci e grazie».

 

 E questa cosa non è piaciuta agli stessi tifosi rossoneri, ma anche a tanti innamorati del pallone, stufi di comprendere e perdonare gli umori al sapor di quattrini di questo e quel giocatore. Hai scelto di andartene? Lo hai fatto senza mostrare un minimo di affetto? Benissimo, ne paghi le conseguenze. E le conseguenze sono queste: il campione d'Europa con l'Italia, protagonista assoluto del torneo, che in Italia non trova appigli, difese, qualcuno che dica «povero Gigio». Trattasi di scelte, le stesse che gli avrebbero permesso di crescere con minori pressioni al Milan e con al braccio, tra l'altro, la fascia da capitano; opportunità che invece il ragazzo ha messo da parte per inseguire la gloria istantanea. Ma la gloria, al Psg, oggi come negli ultimi anni pare una chimera. E il motivo è presto detto: quello parigino sarà sempre un ammasso di campioni straordinari, ma difficilmente si trasformerà in una squadra. Per costruire quella, una "squadra", i soldi non bastano. Per fortuna, tra l'altro.

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