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Formula 1, "quei due non devono correre". Russell e Sainz, una bomba sul paddock: clamoroso in F1

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“La F1 non deve essere fatta di piloti con il passaporto, bensì di quelli di talento”. La pensano così George Russell e Carlos Sainz, che hanno detto la loro direttamente prima del GP di Miami, vinto dalla Red Bull di Max Verstappen. Nel Circus almeno due guide sono paganti e dunque non gareggiano per bravura. Nicholas Latifi distrugge spesso la sua Williams contro le barriere, ma il ricco sponsor “Sofina” di suo papà finanzia (bene) il team di Grove. Poi c’è Guanyu Zhou, arrivato in F1 con l’Alfa Romeo quest’anno al posto di Antonio Giovinazzi, appoggiato dai circa 60 milioni di euro che la Federazione dell’Automobile cinese ha messo per lui nella scuderia di Hinwil. 

 

 

Russell: “F1 selezioni le migliori guide”
E intanto la F1, sempre più americana, spinge per inserire un pilota statunitense nella categoria, dopo aver fatto esordire il GP di Miami e fatto ritornare dal prossimo anno quello di Las Vegas. Secondo George Russell, però, il passaporto non dovrebbe mai avere la precedenza sul talento: “Credo di aver gareggiato con la massimo due piloti americani ai tempi dei kart – ha dichiarato il pilota Mercedes – penso che semplicemente che essendo la F1 la massima categoria automobilistica, essa debba avere una griglia di partenza composta semplicemente dai migliori talenti al mondo a prescindere dalla loro nazionalità. Nel momento in cui vengono selezionati i migliori tecnici e i migliori piloti di conseguenza lo show ne beneficia perché esprime il massimo livello possibile”.

 

 

Sainz: “Si guardi talento, ma qualsiasi pilota è il benvenuto”
Pensiero che trova l’accordo anche di Carlos Sainz: “Non bisogna guardare la nazionalità o il passaporto, ma il talento, nella scelta di un pilota — ha detto lo spagnolo della Ferrari — Allo stesso tempo non ci devono essere pregiudizi. Se da qualunque parte del mondo del pianeta dovesse provenire un pilota di talento, gli daremmo il benvenuto e saremmo sicuramente felici di misurarci con lui in pista”.

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