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Rubens Barrichello, "avrei potuto battere Schumacher ma...": il rimpianto con la Ferrari

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Quest’anno sono 50 anni, ma in pista lo ricordiamo ancora. Secondo di Michael Schumacher in quella Ferrari che dominò tutto tra 2000 e 2004. Ma alla Gazzetta, Ruben Barrichello ha rivendicato quel ruolo di ‘secondo’: “Quanto c’era di mio nei successi di Schumacher? Lo si deve chiedere a chi lavorava con me — ha risposto il brasiliano alla Rosea — Però è vero che nei test di gomme, dal 2000 diedi una svolta. Sentivo se la gomma si ‘muoveva’, le differenza tra quella più morbida e quella più dura”. Quello che Rubens rimpiange è di non aver potuto contendere a Schumacher la leadership interna: “Se ci fosse stata libertà, lo avrei potuto battere — ha riconosciuto — Intendiamoci: era più forte di me, ma non sapremo mai davvero quanto. L’ordine di Zeltweg 2002? Lo ricordo, ma non con astio, perché anche le cose brutte mi hanno insegnato tanto, arrivo a 50 anni felice”.

 

 

Barrichello consola Leclerc: “Ferrari vincente, lotterà per il titolo”
Intanto in Spagna la Ferrari ha detto addio alla vittoria per il problema a turbina e MGU-H al 28esimo giro, costata la vetta Piloti e Costruttori sia al monegasco che al team di Maranello: “Mi è spiaciuto tanto per la Ferrari, mi è venuto in mente il mio ritiro in Brasile 2003 quando ero al comando e mi mancò il carburante. Leclerc ha perso una gara già vinta ma guardiamo gli aspetti positivi: la Ferrari è tornata vincente, forte. Lotterà per il titolo”. 

 

 

Barrichello scherza: “Drive to Survive? Sarei stato attore da Hollywood”
Barrichello con la Ferrari ha corso per sei stagioni, correndo più di 100 GP con indosso la tuta rossa, tanto da non essere mai stato dimenticato dal pubblico italiano, nemmeno dopo tutti questi anni: “Ogni volta che vengo in Italia sembra che corra ancora per la Ferrari. Persino se mi fermo a fare benzina. C’è un affetto che nemmeno in Brasile”. L’ex Jordan, Ferrari e BrawnGP ha parlato positivamente del Circus di oggi: “Questa Formula 1 mi piace, anche se è molto diversa dalla mia – ha concluso il brasiliano, ironizzando – Se ci fosse stato ai miei tempi Drive to Survive (la serie tv Netflix ufficiale sulla F1, ndr), sarei diventato un attore di Hollywood”.

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