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Paolo Maldini, "tra 13 giorni...". Rottura totale col Milan? Bomba su rossoneri e calciomercato

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Milan, forse ora abbiamo un problema. Il mercato dei campioni d'Italia in carica è fondamentalmente in stallo: al momento si registrano solo operazioni già programmate da mesi (l'arrivo dei centrocampisti Adli dal Bordeaux, acquistato a gennaio, e il ritorno di Pobega dal prestito al Torino, ma il suo futuro è tutto da scrivere). Sembrano quasi fatti i riscatti "di contorno" di Florenzi e Messias, anche se la trattativa con Roma e Crotone è ancora in corso per limare al ribasso il prezzo, secondo il "Metodo Tonali" già sperimentato con enorme successo un anno fa. Ma di grossi nomi, per ora, solo i titoli. E sempre uguali. Ogni giorno sembra arrivato il momento di Sanches e Botman dal Lille, o di De Ketelaere o Noa Lang dal Bruges. Ogni giorno le parti (ora il club, ora il giocatore) sembrano "a un passo" dal sì, salvo ricominciare la telenovela poche ore dopo.

 

 

 

Il credito guadagnato dai responsabili dell'area tecnica Paolo Maldini e Frederic Massara è enorme, soprattutto tra i tifosi. Nessuno si sogna di contestare "i tempi morti", nemmeno a fronte voci che danno le concorrenti principali Juventus e Inter "alla riscossa", sulle tracce di big come Pogba, Di Maria o Lukaku. In altri tempi, anche solo mesi fa, sarebbe bastata questa impasse per scatenare una piccola rivoluzione. Il guaio, e il fatto che preoccupa davvero i milanisti, è però un altro: il fatto che proprio Maldini e Massara siano al centro di questo "giallo". I loro rinnovi di contratto non sono ancora stati chiusi, nonostante il virtuale cambio di proprietà (dal Fondo Elliott a RedBird) sia già avvenuto e il contatto fisico tra Maldini e il nuovo patron Gerry Cardinale ci sia stato, con - pare - reciproca soddisfazione.

 

 

 

 

Risultato: tra 13 giorni Massara e Maldini non saranno più dirigenti del Milan. Uno scenario francamente impensabile e proprio per questo l'attesa sta diventando interminabile e quasi inspiegabile. Resta il fatto che senza questo primo e logico mattoncino stenta a iniziare anche la costruzione del nuovo Diavolo, che per parola di Maldini dovrebbe pensare non solo allo scudetto-bis, ma anche alla scalata alla Champions League. E che il dato tecnico sulla nuova squadra in mano a Mister Pioli sia ancora secondario rispetto al futuro di Maldini e Massara, grandi artefici dello scudetto, è un paradosso che sta rovinando l'entusiasmo della piazza. E' un problema di soldi che non ci sono (in abbondanza), di progetti tecnici discordanti o solo un inedito modus operandi che non si cura di comunicare all'esterno decisioni societarie di fatto già prese?

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