Ecco quali sono i rami secchi che rovinano il mercato: occhio a Sanchez
Il mercato decisivo non è quello degli acquisti ma quello delle cessioni, sempre più complesse. Il cortocircuito che i dirigenti sono costretti ad affrontare è generato dai calciatori che, protetti dai vecchi ingaggi, rifiutano le poche offerte che arrivano. È il caso di Sanchez, 34enne a dicembre e forte di un ultimo anno a 7 milioni netti con l'Inter. Il club gli ha comunicato che non rientra nei piani ma il cileno l'ha presa sul personale, così ha rifiutato il Siviglia e il Villarreal per principio più che una reale speranza di tornare al Barcellona. L'Inter è pure disposta a regalarlo perché dalla sua uscita dipende l'arrivo di Dybala ma non forza per non rompere i rapporti. La storia di Vidal (35) è simile. Per averlo a costo (quasi) zero, l'Inter fu costretta a compensare il faraonico contratto al Barcellona. Può però liberarsene pagando una buonuscita da 4 milioni e lo farà. Intanto il cileno tergiversa tra Flamengo e Boca Juniors. Ce n'è per tutti. La Juventus non sa che farsene di Ramsey (31), il cui ingaggio da 7 milioni pesa come un macigno. La soluzione è la buonuscita ma la cifra non è fissata: 2 milioni l'offerta, 4 la richiesta. Quantomeno Rabiot (27) ha fatto il primo passo, sussurrando alla società la voglia di Premier: 20 milioni è la richiesta ad Arsenal, Chelsea o United. Se parte, la Juve può chiudere per Kostic (29). Solo se uno va, uno arriva. Vale per tutti. Il Milan ha meno rami secchi perché lascia scadere i contratti piuttosto che rimanerne prigioniero. La Roma confida di piazzare Zaniolo (22) al miglior offerente tra Juve e Milan (60 milioni la richiesta) e Veretout (29), così come la Lazio aspetta offerte concrete per Milinkovic-Savic (27), anche se in questo caso ad ostacolare la cessione è il presidente Lotito. Di problemi se ne è auto -creati parecchi il Napoli con Koulibaly (31) e Fabian Ruiz (26) in scadenza tra un anno e le offerte dimezzate rispetto ai 6 milioni del primo e ai 2,5 del secondo. Scontato che entrambi rifiutino il rinnovo e che non agevolino la società accettando la prima che bussa alla porta.