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Juventus, ecco Di Maria e Pogba: Allegri prende in contropiede Inter e Milan

Claudio Savelli
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Dopo anni di confusione, il mercato della Juventus sembra lineare e pragmatico, esattamente come la squadra che Max Allegri desidera allenare. I giocatori già ingaggiati e quelli che la dirigenza sta trattando sono infatti parte di un disegno che porta la firma dell'allenatore, ancor prima che dei direttori. Così, pezzo dopo pezzo, la Juve si sta facendo sempre più "allegriana" da ogni punto di vista. Quello psicologico è chiaro: giocatori formati e pronti subito come Pogba e Di Maria servono a soddisfare la sete di esperienza di cui Allegri ha sofferto lo scorso anno, ripetendo che la (presunta) gioventù non porta i risultati. Poco importa che il Milan abbia dimostrato il contrario: Max va per la sua strada anche perché ormai ne ha fatto una ragione di vita (professionale).
Dal punto di vista tattico la piega è ancora più chiara. Sta prendendo forma una Juventus da baricentro basso e contrattacchi, da difesa posizionale e ripartenze, da dominio degli spazi più che del pallone. Una squadra finalmente convinta di giocare in un modo e con un'idea di fondo coerente con i giocatori a disposizione. Che poi questa idea un po' rétro non sia gradita al pubblico è un altro discorso. La volontà della Juventus di distaccarsi dalle filosofie contemporanee di un calcio più dominante, aggressivo e cibernetico è comunque chiara da un anno, altrimenti non sarebbe stato richiamato Allegri.

 

 

 

 

GIOCATORI DI TRANSIZIONE - Max ha usato il primo anno per analizzare la rosa e ora, consapevole dei limiti economici, ha semplificato la vita ai dirigenti chiedendo solo giocatori di transizione, dalla falcata ampia e dal fisico performante in grado di recapitare il pallone alla punta senza passare da complesse trame di gioco. Gente che sappia in qualche modo arrangiarsi, fare da sé, anzi che goda di questa libertà tattica.
A questo identikit rispondono Pogba e Di Maria ed ecco spiegati il fugace interesse per Perisic e Kostic, autentici pendolari della fascia, e la stretta su Zaniolo. L'accordo con la Roma è nelle cose (10 milioni per il prestito più 40 per il riscatto obbligatorio) perché la Juve ha scelto con decisione i123enne italiano. E lo ha fatto perché è un'ala di potenza che si esalta con il pallone tra piedi in ampi larghi, quelli che la squadra di Allegri creerà di fronte a sé. Lo stesso si può dire di Chiesa: questa Juve nasce per esaltarlo e consacrarlo definitivamente, una volta che sarà tornato dall'infortunio che peraltro condivide con Zaniolo. L'unico scontento di questo modo di intendere il gioco sarà Vlahovic, che già nell'ultima parte dello scorso anno mostrava segnali di insofferenza per la solitudine in campo. Una squadra così impostata non gli fornirà molte occasioni e soprattutto lo obbligherà a lunghi periodi di lotta spalle alla porta e lontano da essa nei quali potrebbe innervosirsi. Si adatterà, non ha altra scelta.L'altro possibile insoddisfatto è De Ligt, che però difficilmente farà parte della rosa. Il benestare di Allegri alla sua vendita è indicativo circa le intenzioni tattiche: l'olandese preferisce difendere sull'uomo e in campo aperto come dimostrano i molti errori in area, tutto ciò che questa Juve non chiederà ai suoi centrali. Meglio Koulibaly, capace sia di dominare il fortino sia di spingersi in avanti.

 

 

 



INCONTRO PER KOULIBALY - Ieri c'è stato un incontro tra Cherubini e Ramadani, procuratore della prima scelta dell'allenatore, la cui rilevanza nelle dinamiche societarie è ora evidente. Era unpassaggio implicito nell'oneroso (7 milioni a stagione) contratto quadriennale che era stato sottoscritto dal mister ma per nulla scontato visto che l'anno appena trascorso è stato il primo senza trofei dopo una lunga abbuffata. Potevano quindi nascere opposizioni interne, invece la Juve è sempre più a immagine e somiglianza di Allegri. Il quale, così, non dovrà più spingerla verso un calcio in cui non crede.

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