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Serie A, la fuga di cervelli: i baby-azzurri all'estero a caccia di spazio e quattrini

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Federico Strumolo
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 La fuga di cervelli che da troppi anni affligge il nostro Paese, non risparmia nemmeno il calcio italiano. Giovani promettenti dal futuro assicurato che preferiscono emigrare verso l'estero per proseguire le loro carriere. Attratti da campionati più competitivi, maggiori possibilità di mettersi in mostra ad alti livelli e tanti, tantissimi soldi in più. L'ultima stellina messasi in mostra nel nostro campionato e ora pronta a fare le valigie è Destiny Udogie, 19enne esterno mancino dell'Udinese già nel radar di Roberto Mancini per la Nazionale (per adesso ha collezionato 4 presenze con l'Under 21). Piaceva, e molto, a Intere Juventus, giocherà nel Tottenham. Che ha convinto il club friulano con un'offerta irrinunciabile da 26 milioni di euro e la possibilità di lasciare il prodotto del settore giovanile del Verona per un'altra stagione in prestito in bianconero (e pensare che l'Udinese l'aveva pagato solamente 4 milioni dagli scaligeri l'estate scorsa). Inutile dire che nessuna big di serie A, in questo momento, avrebbe potuto pareggiare tale proposta.

 

 

 

VERRATTI DOCET

Il risultato, però, è che il campionato perde un altro pezzo di gioventù, con la speranza, magari, di ritrovarlo tra qualche anno con la maglia azzurra, un po' come fatto da Marco Verratti, che nel 2012 (allora 19enne) lasciò il Pescara per il Paris Saint-Germain, ancora prima di esordire in serie A. In Francia hanno da subito puntato su di lui, dandogli la possibilità di diventare grande, fino a renderlo il campione che è oggi. La sua storia ricorda quella di Lorenzo Lucca (21): reduce dalla B con il Pisa e senza un minuto in A è stato acquistato dall'Ajax. Chi proverà a ripercorrere la loro parabola è Mattia Viti (20 anni), ceduto dall'Empoli al Nizza per 15 milioni. Con la differenza che il centrale difensivo è riuscito (almeno) a giocare 20 partite nel massimo campionato italiano, prima di salutare per calcare palcoscenici europei, dato che con i rossoneri di Francia disputerà la Conference League. E chissà che nella competizione non possa ritrovarsi a marcare Gianluca Scamacca (23), per mesi (o forse anni) sul taccuino di mezza serie A e acquistato poche settimane fa dai londinesi del West Ham (su di lui c'era anche il PSG), i quali hanno accontentato la richiesta di 42 milioni del Sassuolo. Giocherà nel campionato più seguito al mondo e guadagnerà circa 4 milioni a stagione. Insomma, sarà lontano da casa, ma avrà più di un motivo per consolarsi. E pensare che l'esodo dei brillanti talenti della serie A non risparmia nemmeno le grandi. Per conferma, chiedere alla Juventus, fresca di cessione per 77 milioni di Matthijs de Ligt (22) al Bayern Monaco. Oppure all'Inter, che potrebbe presto rinunciare al gioiello della Primavera Cesare Casadei (19 anni e 17 gol centrocampista lo scorso anno), nel mirino del Chelsea (ma i nerazzurri chiedono 20 milioni), dopo aver spedito Sebastiano Esposito (20) in prestito con diritto di riscatto all'Anderlecht, in Belgio (nell'ultima stagione aveva giocato nel Basilea, con la stessa formula).

 

 

 

PATRIMONI ECONOMICI

In sostanza, in Italia i giovani non vengono considerati dei patrimoni tecnici per la squadra, ma economici: non servono a portare trofei, ma plusvalenze. E chine ha iscritte tante a bilancio in questa sessione di mercato è il Bologna, che ha ceduto all'estero ben tre dei suoi giovani più rappresentativi: Aaron Hickey (20) al Brentford per 22 milioni (lo stesso club di Premier che adesso è vicino al 22enne della Sampdoria Mikkel Damsgaard), Arthur Theate (22) al Rennes per la stessa cifra e Mattias Svanberg (23) al Wolfsburg per 9 milioni. Ne sono felici inglesi, tedeschi e francesi, che si rinforzano facendo spesa in Italia, come i proprietari dei club che incassano il denaro. Speriamo, però, di non dovercene pentire tra qualche anno... 

 

 

 

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