Ferrari, Porsche e Audi preoccupano Maranello
Mentre a Spa si sono riaccesi i motori dopo la sosta estiva, sulla Formula 1 stanno piovendo una serie di novità destinate a rivoluzionare, e non poco, il futuro del Circus. Il mondo cambia e il motorsport prova ad adeguarsi con regole inedite e l'ingresso di nuovi protagonisti destinati a cambiare radicalmente gli attuali equilibri in pista.
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È di ieri l'annuncio ufficiale dell'Audi che, tra quattro anni, fornirà supporto tecnologico e motori alla Sauber, team del quale il marchio tedesco sta acquisendo i diritti. La casa di Ingolstadt, che fa parte del colosso motoristico che comprende anche Volkswagen, Seat, Porsche, Skoda, Lamborghini, Bugatti e Ducati, debutterà nel 2026 perché quell'anno cambieranno tutti i regolamenti sui propulsori, destinati a diventare sempre più elettrici e green. Tra le novità più rilevanti delle Formula 1 in pista fra un quadriennio ci sarà la sparizione, nel motore ibrido, di una delle due componenti elettriche, la MGU-H. La potenza elettrica sarà così fornita solo dalla variante MGU-K che vedrà crescere notevolmente la propria importanza, sino al 50%, e salirà dagli attuali 120 kW a 350 kW. Invariata, nei motori del futuro, la componente termica del 1600 turbo le cui benzine, però, dovranno essere soltanto sintetiche e a basse emissioni, essendo vietate le attuali ben più inquinanti
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UNA SORPRESA Una decisione, quella dell'Audi, che ha sorpreso tutti perché un altro marchio del colosso tedesco a cui appartiene aveva già annunciato, l'ingresso in Formula 1, e sempre nel 2026: la consorella Porsche affiancherà la Red Bull, rilevandone tutta la factory tecnologica e mettendo a frutto la storica conoscenza che il marchio di Stoccarda ha maturato in campionati minori, tra cui la Formula E e il Wec. Il futuro della Formula 1, quindi, parlerà sempre più tedesco visto che, tra quattro anni, si scontreranno tre realtà ricche e potenti quali sono, appunto, Audi, Porsche e Mercedes, marchio che negli ultimi dieci anni ha dominato in lungo e in largo i gran premi. Brutte nuove, quindi, per tutte le altre scuderie perché quando scendono in campo colossi tecnologici ed economici del genere, normalmente agli avversari non restano che le briciole. Quindi, quale futuro spetterà alla Ferrari, la scuderia piú longeva e storica del Circus, peraltro già ora in ritardo nel mondiale e vittima di errori che l'hanno vista perdere interrottamente dal 2008 ai giorni nostri? Pur vantando un appeal e una situazione aziendale florida, la factory di Maranello non ha alle spalle una realtà economica paragonabile a quella di Audi, Porsche e Mercedes, marchi padroni del mercato automobilistico. Il Reparto Corse di Maranello si troverà a rivaleggiare con realtà che, nel rispetto del budget cup imposto dalla FIA (un team non può spendere più di 350 milioni di dollari a stagione), possono vantare una competenza tecnologica e una potenza economica da far paura. E ancora: la Formula 12023, aumentando da tre a sei le gare sprint del sabato e limitando le prove libere che piacciono molto ai team ma poco a Stefano Domenicali, avrà un calendario rivoluzionato con ben 24, e non più 22, gran premi. Non pochi visto che costringerà tutti i team a costosissime e complicate trasferte in ogni parte del mondo. Non sono troppi?