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Nicola Berti, profezia terminale: "Juve-Inter, chi perde è finito"

Giulia Stronati
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«La partita di domani vale doppio sia per noi che per loro. Parliamoci chiaro: chi esce sconfitto, può dire addio allo scudetto». Vietato sbagliare. Il Derby d'Italia conta tantissimo per entrambe le squadre e può essere un punto di non ritorno. Juventus e Inter, infatti, non possono perdere più terreno se vogliono continuare a coltivare sogni tricolore. Parola di Nicola Berti, simbolo e idolo del popolo interista nel decennio 1988-1998 in cui ha totalizzato oltre 300 presenze. L'ex centrocampista analizza il momento della sua Inter alla sua maniera. Diretto e senza peli sulla lingua: come quando da calciatore puntava in progressione i difensori avversari.


L'Inter è reduce dalla qualificazione agli ottavi di Champions e come morale ora viaggia di nuovo a mille.
«In Europa i nerazzurri hanno centrato un traguardo importante e non era per nulla facile: sono stati bravi. Ho visto cose positive anche martedì nella sconfitta di Monaco di Baviera da parte di quei giocatori che hanno giocato meno. Questa Inter ha una rosa molto ampia che può puntare ad andare avanti nelle coppe. I nerazzurri possono lottare per arrivare in fondo su tutte e tre le competizioni: campionato, Champions e Coppa Italia».


In questo momento il leader della squadra è quel Nicolò Barella che lei conosce bene...
«(Sorride, ndr) Già tre anni fa in tempi non sospetti avevo detto che era fortissimo e l'avevo battezzato come mio erede. Sono contento che mi stia dando ragione...».


E pensare che una parte della stampa lo criticava a inizio stagione.
«Era partito bene, poi ha avuto un piccolo calo per alcune partite, ma ci sta qualche gara sottotono. Non c'era motivo per metterlo in discussione. Barella è uno che corre avanti e indietro per 90 minuti a ritmi forsennati senza risparmiarsi mai. Andasse così per 12 mesi, sarebbe da Pallone d'Oro. Adesso poi ha iniziato a segnare con continuità: può tranquillamente arrivare a dieci gol».

Cosa manca al numero 23 interista per superare il maestro Nicola Berti?
«Barella sta giocando in maniera pazzesca. Gli ho detto di non esagerare. Mica vorrà diventare più forte di me? (Ride, ndr)».

È il miglior centrocampista della Serie A?
«Sicuramente si. Lui e Tonali sono il top nel ruolo».


Se l'Inter si è ripresa, la Juve invece appare ancora in difficoltà...
«Ho visto la partita col PSG l'altra sera e nei primi 20 minuti ha giocato molto bene, mettendo sotto i francesi. Guai a darla per morta. Vincere sarebbe molto importante per l'Inter perché darebbe una mazzata micidiale alla Juve, che a quel punto in campionato non si rialzerebbe più e sarebbe definitivamente tagliata fuori dalla lotta per vincerlo».

La sua Inter può ancora puntare al primo posto?
«Io ci credo. La rimonta scudetto è possibile, soprattutto se l'Inter continua a giocare come nell'ultimo mese in cui ha ritrovato compattezza e mi ha dato grandi sensazioni di crescita».


Il Napoli di Spalletti però sta volando...
«Certo questo Napoli viaggia fortissimo e non bisogna perdere altri punti. Poi c'è il Milan e pure l'Atalanta non scherza: sarà una bella lotta».


Quanto pesano le assenze di Lukaku e Brozovic, con quest' ultimo presumibilmente a disposizione solo per la panchina?
«Molto anche se l'Inter ora ha trovato un buon assetto con Calhanoglu in mezzo al campo. Non li rischierei in queste ultime gare: meglio riaverli sani e al top da gennaio. Quest' anno la stagione è molto lunga...».

Sul web la rivalità Juve-Inter è alle stelle. Lei una volta la definì come la sfida tra i cattivi e i buoni. Stavolta come la etichetterebbe?
«È così (sorride, ndr), ma non dico più niente sennò i social mi massacrano...».

Chi deciderà la sfida?
«A bruciapelo direi Barella: punto su di lui come uomo chiave, ma visto il rendimento straordinario ormai è un nome troppo facile da citare. Perciò dico Dzeko: farà gol».

Max Allegri sembra in difficoltà a centrocampo: al suo posto su chi punterebbe?
«Nei suoi panni non vorrei mai esserci...».

Lei ha giocato tanti Derby d'Italia: a quale è rimasto più affezionato?
«Sono passati tanti anni, i miei Juve-Inter non me li ricordo più...». 

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