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Juventus, l'indizio decisivo: cosa accadrà in classifica (tra poco)

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Luigi Cattaneo
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Il rinvio era nell’aria, ma i tempi del processo che vede alla sbarra la Juventus come società e 12 suoi dirigenti, si annunciano davvero molto lunghi. Ieri il Gup Marco Picco altro non ha fatto che acquisire documenti, richieste e opposizioni per poi giungere all’unica decisione possibile: ne discuteremo il prossimo 10 maggio in orario di rito. Ora i legali delle difese potranno visionare le richieste delle 50 parti civili, ma sull’ammissibilità di esse, Picco prenderà una decisione solo dopo la discussione nella prossima udienza.

L’eccezione presentata dalla “Vecchia Signora” sull’incompetenza territoriale del Tribunale di Torino a giudicare, sarà presa in considerazione, ma solo preliminarmente, sempre il 10 maggio. Picco potrà accoglierla, respingerla (sempre dopo una congrua esamina che richiede ovviamente del tempo), oppure trasmettere il faldone in Cassazione, investendo gli “ermellini” della decisione. E se ciò si verificherà, allora è verosimile ipotizzare che il processo riprenderà solo in autunno. La dilatazione dei tempi, inutile negarlo, altro non è che un punto a favore della Juventus, sia sul piano penale che su quello sportivo. Intanto gli avvocati, tra loro anche l’ex ministro della Giustizia Paolo Severino che difende Maurizio Arrivabene, avranno tutto il tempo per elaborare una strategia difensiva più solida di quella vista finora, mentre alla Giustizia sportiva mancherà la sponda, forse l’alibi, di un procedimento penale parallelo e il 19 aprile il Collegio di garanzia dello Sport dovrà decidere in solitudine se confermare i 15 punti di penalizzazione per la “Vecchia Signora” già in questo campionato. E Il fatto poi che la Figc non abbia presentato la richiesta di costituzione come parte civile, potrebbe dirla lunga su quella che sarà la decisione dei magistrati sportivi. Fuori dal processo, per rinuncia, anche l’Agenzia delle Entrate, che ne avrebbe avuto diritto. Non hanno fatto il classico passo indietro, invece, una cinquantina di piccoli azionisti della Juventus e associazioni di consumatori come il Codacons.


Richiesta per essere ammessa come parte civile nel processo, è stata avanzata dai legali di Consob e ciò rappresenterebbe il problema maggiore per la Vecchia Signora. Riepilogando, tutti gli imputati, che ieri erano assenti, riceveranno un secondo avviso di convocazione. “Sub iudice” ci sono: l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vicepresidente Pavel Nedved, l’ex ad Maurizio Arrivabene, l’ex ds Fabio Paratici (attualmente direttore sportivo del Tottenham), gli ex dirigenti Marco Re, Stefano Cerrato e Stefano Bertola, l’avvocato Cesare Gabasio, gli ex consiglieri del cda Enrico Vellano e Francesco, i revisori dei conti Stefania Boschetti e Roberto Grossi. Inizialmente gli indagati erano 16, poi, dopo gli ultimi interrogatori, sono state stralciate le posizioni dei tre componenti dell’ex collegio sindacale. Le contestazioni mosse dai pm sono quelle di false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza Consob, aggiotaggio e false fatturazioni. Secondo la procura la società bianconera avrebbe iscritto false plusvalenze per un totale contestato di 170 milioni di euro nella compravendita dei giocatori, soprattutto nel primo periodo della pandemia. Inoltre avrebbe concordato con i calciatori la sospensione dei pagamenti degli stipendi durante la pandemia Covid (il campionato era stato sospeso), promettendo poi il recupero delle cifre con scritture private. A bilancio, tuttavia, queste uscite di denaro non sarebbero state inserite, facendo risultare, secondo l’ipotesi dell’accusa, una situazione finanziaria migliore di quella reale e ingannando in questo modo gli azionisti (la Juventus è quotata in Borsa). Altra partita finanziaria sotto la lente di ingrandimento dei magistrati, infine, sarebbero i debiti extra bilancio con altre società di Serie A, mai comunicati. Dunque, la mattinata tumultuosa nella maxi aula numero 2 di Palazzo Piero Caccia, sede del Tribunale subalpino, si è conclusa con il classico nulla di fatto, come del resto era stato previsto già di prima mattina da uno dei pm, Marco Gianoglio che aveva dichiarato: «Penso che ci sarà un rinvio. La sospensione decisa dal giudice è stata adottata solo per scrivere il provvedimento». E così è stato. 

 

 

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