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Chelsea, dramma-Jacob Mellis : 10 anni fa in campo, oggi senzatetto

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In 10 anni è passato dalla Champions League a una vita da senzatetto, bruciando un brillante futuro già scritto nel calcio. E' la storia, drammatica, di Jacob Mellis, ex talento delle giovanili del Chelsea oggi ridotto praticamente in miseria a 32 anni anche a causa di una pesantissima dipendenza dall'alcol

Nel 2010, a 19 anni, Mellis aveva esordito in Europa contro il Zilina e guadagnava la bellezza di mezzo milione all'anno, cifre inimmaginabili per la stragrande maggioranza dei suoi connazionali. Era considerato una stellina del calcio britannico, poi tutto è precipitato come ha raccontato lui stesso al tabloid Daily Mail. La trafila è quella classica delle big, soprattutto del Chelsea: i giovani vengono mandati in prestito, se si confermano tornano alla base altrimenti inizia un girovagare infinito. Questo è capitato a Mellis, tradito non tanto da qualità insufficienti quanto dalla sua scarsa professionalità: vizi, notti brave, e tanti, troppi soldi in tasca. La dipendenza dall'alcol lo ha accompagnato per tutta la carriera, arenatasi tra terza e quarta serie, condizionandola irrimediabilmente in negativo. "Durante tutta la mia carriera è stata una cosa che mi ha causato problemi – spiega l'oggi 32enne –. Quando bevi non hai il controllo di quello che stai facendo. Ricordo di essermi presentato una volta all'allenamento ubriaco. Avrò avuto 19 anni".

 

 

 

 

Oggi "passo ogni giorno solo pensando a dove andare a dormire. Ho una famiglia, ma non voglio davvero fare affidamento su di loro. Voglio provare a fare le cose da solo. È difficile, cerco di non pensarci troppo. Cerco solo di andare avanti". "Loro vogliono solo il meglio per me. Cercano di aiutarmi il più possibile – spiega al Daily Mail –. Ovviamente hanno le loro vite. Mi procurano degli alberghi o qualche volta posso stare a casa loro. Da un giorno all'altro non c'è niente di stabile. Pensi che non possa mai succedere a te".

Quando era al Chelsea, i big hanno cercato di aiutarlo. "David Luiz non parlava molto inglese, ma quando ci stavamo riscaldando diceva: ‘Ehi, hai bevuto?'. Diceva basta col dito. Dermot Drummy, l'ex manager dell'Academy del Chelsea, mi ha dato un mentore, Ashley Cole, per impedirmi di uscire e per parlare con me. Quindi le persone ci hanno provato, non posso mentire. Allora ero presuntuoso, arrogante. Mi sentivo come se mi fosse dovuto lo scendere in campo. Se non fossi stato scelto dall'allenatore, sarei uscito per andare a bere. Non stavo rovinando il Chelsea, stavo rovinando me stesso".

Jacob è letteralmente rovinato:  "Sto bevendo più che posso, davvero. Solo per dimenticare lo stress". Il Chelsea gli è stato accanto, ancora una volta: "Mi ha aiutato a ottenere i miei tesserini di scouting di livello 1 e livello 2. L'ho fatto con loro e con la FA allo Stamford Bridge. Penso che sia qualcosa che mi piacerà". Il suo essere senza fissa dimora, però, non aiuta a trovarsi un lavoro stabile.

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