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Fredy Guarin, insulti e cattiverie perché è "grasso": si scatena l'odio

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Alessandro Dell'Orto
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Fredy Alejandro Guarin Vásquez - il Guarin ex Inter, per capirci, quello con 114 presenze e 15 gol in serie A tra il 2012 e il 2016 - ha 37 anni e una panza così che traborda, ma non quanto la cattiveria di chi l’ha insultato e deriso sui social. «Sembri Homer Simpson», «Stai condividendo la mediocrità», «Non giustificare la tua mancanza di disciplina con frasi stupide»: si leggono queste e altre cazzate simili che vorrebbero anche fare la morale, solo perché il colombiano ha pubblicato su Insta gram una sua fotografia in piscina, in cui appare fuori forma, per mandare un messaggio contro il body shaming: «Non abbiate paura di quello che dirà la gente. Se cadi 1000 volte, ti rialzi 1001 volte. Noi siamo opera di Dio, non dubitate che Egli abbia dei piani meravigliosi per tutti noi».

Ma agli sciocchi questo non importa. Anzi, importa vedere come un ex atleta sia ingrassato e invecchiato, quanti capelli abbia perso, quante rughe segnino il suo viso. È una moda, è più forte di noi e appena salta fuori l’immagine di un calciatore imbolsito sembra che tutti siano felici. Un altro tizio la butta sul ridere: «Guaro, noi volevamo diventare come te... ma tu sei diventato come noi». A pensarci bene, forse, dice semplicemente le cose come stanno: spesso è questione di invidia per chi è stato ricco, bello e famoso e ora non lo è più (almeno famoso e bello).

UNA VITA DA INFERNO
Che poi, in realtà, chi si accanisce e si fa “grasse” risate indicando gli ex calciatori con la pancia si riferisce, di solito, a pochi kg di sovrappeso, che però fanno colpo perché abbiamo in testa i giocatori nel pieno della carriera, quando sono ragazzini, si allenano otto ore al giorno e seguono un’alimentazione da atleta. Una vita da inferno, in realtà: niente piaceri della tavola, po chi alcolici, zero sgarri. E così, finita la carriera, i giocatori si trovano a un bivio: c’è chi continua a fare sacrifici per vivere da eterno calciatore e chi, invece, si lascia a andare e gode della vita. Dipende dal fisico e dalla testa, ovvio. Dal carattere.

Pelè è sempre rimasto Pelè, Maradona si è trasformato mille volte; Bergomi pesa come ai tempi del Mundial di Spagna, Nicola Berti è raddoppiato; Del Piero è impeccabile, Ronaldo il Fenomeno proprio no. Che poi, alla fine, è semplicemente quanto accade a tutti, indipendentemente dal lavoro e dal passato. C’è il giornalista smilzo e quello paffuto, l’operaio ciccione e quello tutto muscoli, l’impiegato di banca con la pancetta e quello magro. Semplicemente, nessuno rompe loro le scatole. E allora perché non fare lo stesso con i poveri ex calciatori? Lasciamoli ingrassare in pace, lasciamo che si stempino o si facciano il parrucchino senza ironizzare, lasciamoli invecchiare serenamente. Anche perché averli osannati quando erano famosi non ci dà il diritto di insultarli ora. 

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