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Juventus-Bologna, volano fischi: la reazione di Allegri

Claudio Savelli
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Fischi. Sono quelli che accompagnano la Juventus mentre esce dal campo sia all’intervallo sia alla fine della sfida con il Bologna. Sono quelli che Vlahovic cerca di combattere dopo il triplice fischio, invitando i tifosi in curva a pazientare e ad insistere («Andiamo avanti», dice) con la squadra nella costruzione di qualcosa, che è già meglio di niente. L’impressione è che il gruppo bianconero abbia iniziato un anno zero con discreta convinzione, che voglia darsi un’identità di gioco che appassioni i tifosi, ma sembra solo in questo intento. Il pubblico è sfiduciato, non ci crede.

D’altronde è reduce da due anni privi di picchi emotivi e il mercato, per la prima volta dopo un decennio, non ha portato grandi campioni. La verità è che la tifoseria della Juventus è cambiata. Dopo questo biennio senza trofei si è naturalmente distaccata dal motto del club secondo cui vincere è l'unica cosa che conta e si è convinta che serva un progetto basato sul gioco. Meglio durare nel tempo che trionfare e crollare. In un simile scenario, tenere Allegri è una forzatura e una scommessa pesante da parte della dirigenza. Le ragioni economiche hanno reso l'esonero impossibile ma la piazza aveva bisogno di una svolta. Il pubblico bianconero ha bisogno di credere in qualcosa e si è convinto che Max non possa offrirla. Il clima di sfiducia avvolge una squadra e uno staff che, a occhio, sembrano più uniti di qualche mese fa. Un paradosso. La Juventus sta provando a proporre qualcosa di diverso.
Certo è lontana dall’essere una formazione complessa, come ad esempio è il Bologna di fronte a lei, ma almeno si intravede qualche interscambio, una mezza idea su come risalire il campo, un modulo di base e alcuni titolari a cui dare credito e responsabilità.

 


Manca tutta la fase di rifinitura, ma le buone squadre non si costruiscono in un giorno anche se Allegri pensa il contrario. Non Thiago Motta, ex rivale nerazzurro, ma i tifosi bianconeri avrebbero bisogno e avrebbero voluto uno così, giovane e pieno di idee, coraggio (in una partita tesa fa entrare un 2001, un 2003 e un 2004), passione e sincero entusiasmo nell'allenare dei giovani talenti come quelli che sta ingaggiando il “top player" Sartori - e nel soprassedere a errori arbitrali colossali come quello di Di Bello. Il Bologna è un piacere per gli occhi di chi ama il calcio, e non solo per il gioco ma anche per la capacità di reagire al gol subito, ai momenti di pressione avversaria e ai passi falsi precedenti. Anche il Genoa reagisce alla sconfitta all’esordio di fronte alla Lazio. Questa capacità di giocare ogni partita azzerando il pregresso ha finalmente innervato le piccole del campionato. Così il Lecce rimonta due reti alla Fiorentina pur senza un vero centravanti: D’Aversa ci crede e la squadra si comporta di conseguenza. La Lazio è in rodaggio anche se non ha cambiato molto. È tipico delle squadre di Sarri essere poco brillanti a inizio stagione. Il Napoli si riavvicina alla versione di Spalletti, 4-3-3 e scambi rapidi nello stretto. Meno Garcia, più efficacia. 

 

 

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