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Inter e Milan favorite per lo scudetto, ma... I loro veri problemi

Claudio Savelli
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Intere Milan restano le migliori della classe (con un punto in più rispetto al Napoli un anno fa, 15 contro 14) e le prime candidate per lo scudetto perché sono le uniche ad avere problemi solo in campo. Le altre, dalla Juventus fischiata allo Stadium al Napoli alle prese con la grana Osimhen, passando per Lazio e Roma che devono ritrovare un buon impatto dei loro allenatori, hanno pensieri che vanno oltre la tattica, la rosa e le prestazioni.

Ciò non significa che Inter e Milan siano perfette, come si pensava poche settimane fa, e a dimostrarlo ci sono le due sconfitte: quella dei nerazzurri contro il Sassuolo e quella dei rossoneri contro i nerazzurri. Queste partite hanno rivelato le imperfezioni nelle rose e qualche carenza in termini di risorse di gioco.

 

 

 

L’Inter si è scoperta corta in attacco. C’è forse stato un eccesso di ottimismo rispetto alla tenuta atletica di due riserve 34enni, reduci da annate di infortuni, quali Arnautovic e Sanchez che Inzaghi ora prega non si faccia male. Forse più che un settimo centrocampista (Klaassen) per sopperire all’inaffidabilità di Sensi sarebbe stato meglio acquistare un quinto attaccante, anche se è merce più rara quindi più difficile da ingaggiare last-minute e a costo zero. Il fatto è che Inzaghi non sembra voler rinunciare alle due punte, e fa anche bene considerando che è un punto di forza dell’Inter: nessuna squadra in Europa riesce a far convivere il doppio attaccante con un assetto equilibrato come i nerazzurri, di conseguenza le avversarie soffrono nell’affrontare un attacco “a due” perché non ne sono abituate.

 

CALCIATORI PIÙ INTEGRI

Meglio averne uno in più nel reparto offensivo piuttosto che negli altri perché in difesa e a centrocampo ci sono calciatori molto più integri, vedi Pavard e Bisseck o Barella e Frattesi che danno garanzie di tenuta per un alto numero di gare. Non c’erano alternative? A quel punto si poteva anche pensare di tenere in rosa il più giovane degli Esposito, Francesco Pio, mandato in prestito allo Spezia e, seppur 18enne, più pronto di qualsiasi Primavera. Il Milan, invece, ha sopravvalutato il suo centrocampo e la sua difesa. Non ha acquistato un regista nonostante Pioli avesse deciso di passare al 4-3-3 né un centrale di difesa per alimentare la concorrenza ad un Tomori in calo, un Kalulu disorientato, un Thiaw da far crescere e un Kjaer in difficoltà. Il paradosso è che in attacco sono stati acquistati specialisti (del dribbling, soprattutto) mentre negli altri ruoli al contrario si chiede a Pioli di riadattare giocatori, vedi Krunic e Adli che stanno provando a riciclarsi davanti alla difesa. L’imperfezione viene a galla quando il livello si alza, ad esempio nella sfida contro l’Inter, mentre diventa gestibile contro le squadre minori perché la scommessa di Pioli su un attacco di solisti-dribblatori paga in serie A, campionato in cui chi salta l’uomo diventa facilmente decisivo. Ora Inzaghi deve fare il Pioli della situazione, cioè inventarsi qualche piano B. Il rossonero lo ha fatto nelle ultime due gare, passando da un inedito 3-4-3 che risolveva l’assenza di un regista alternativo alla radice (ne esclude proprio la presenza) al riciclo di Adli a Cagliari.

 

 

 

LE PROSSIME SFIDE

Il nerazzurro può varare un 3-4-2-1 in cui alza una mezzala, almeno in alcune gare che permettono ad uno tra Lautaro e Thuram di rifiatare. Quella contro la Salernitana (domani alle 20.45) in crisi, ad esempio, è una di quelle gare, anche perché dietro l’angolo c’è il Benfica in Champions contro cui serve una vittoria. Inzaghi può fidarsi di più dei vari Frattesi e Carlos Augusto dall’inizio, non solo come cambi in corsa, mentre Pioli per le sfide alla Lazio (domani alle 18) e al Borussia Dortmund deve chiedere di più a chi entra, che troppo spesso rimane anonimo rispetto all’andamento della gara: dalla panchina, il tecnico rossonero ha infatti pescato zero reti e zero assist. Qualcosa da migliorare c’è anche per le due favorite. Al momento solo in campo e questa, per le milanesi, è la più grande fortuna.

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