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Jannik Sinner? Perché va protetto: cosa non sapete sul campione

Fabrizio Biasin
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Questo pezzo è lunghissimo e si potrebbe riassumere in tre parole: Sinner è fortissimo. O in quattro, se proprio volete nome e cognome: Jannik Sinner è fortissimo. Poi si possono aggiungere gli orpelli, in alcuni casi doverosi. Ma prima la cronaca, sia mai.

Il 22enne tennista azzurro dai capelli rossi qui sopra citato Sinner, appunto - ha battuto, ma potremmo anche dire “annientato”, il numero due al mondo Carlitos Alcaraz nella semifinale del torneo di Pechino. Trattasi di un Atp 500 e di per sé avrebbe un valore relativo (di semifinali quest’anno il roscio ne aveva già giocate sette), ma solo se non masticate la materia. Il dato di fatto è che da ieri Sinner è il nuovo numero 4 del ranking Atp, una “vetta” raggiunta nella storia dal solo Adriano Panatta nel lontano 1976. Non staremo qui a raccontarvi dritti e rovesci del match terminato 7-6 6-1, anzi sì, ma solo poco. Jannik partiva come sempre da sfavorito, anche perché in settimana aveva mostrato qualche limite di carattere fisico e sfociato in una real-vomitata nel quarto di finale giocato - e vinto in tre set - contro il bulgaro Dimitrov. E infatti lo spagnolo che -tutto -il -mondo -tremare -fa è partito subito con un break, lo ha consolidato, sembrava a guardar bene il solito micidiale magna -paella. 

 

 

 


MICROCHIP 

Ma - si sa - Sinner ha un microchip in testa e in un attimo si è messo a bombardare. Risultato: siamo arrivati al tie-break, laddove il moretto è grande specialista.Sinner ha lasciato perdere le statisti che e si è portato a casa la prima battaglia col punteggio di 7-4. Nel secondo set ti saresti aspettato il tipico ritorno di Carlos che, invece, ha clamo rosamente alzato bandiera bianca: 6-1 il punteggio, 4-3 per l’azzurro gli scontri diretti (mica pizza e fichi), pacca sulla spalla di Jannik al suo avversario, qualche dichiara zione persino gioiosa e comunque mai sopra le righe: «Questo match è sicuramente al top tra quelli più impor tanti che ho giocato, sono ovviamente sono molto contento della mia prestazione.


Ogni partita contro di lui è molto dura, giochiamo entrambi alla grande e ci rispettiamo molto». Oggi (ore 13.30, diretta su Supertennis) è il giorno della finale, contro Medvedev, il russo da sempre sua bestia nera ma- saremo diretti - il risultato odierno ci interessa relativamente, mentre preferiamo spendere le ultime righe per ribadire un concetto. Signore e signori, siamo di fronte a un talento unico, prezioso, rarissimo e a volte sembriamo non rendercene conto.

 

 


SCARSO ATTACCAMENTO 

C’è chi a ogni sconfitta lo attacca, chi «è forte ma...», chi addirittura lo accusa di scarso attaccamento alla bandiera per aver mancato l’ultimo appuntamento in Coppa Davis, c’è chi per questa cosa ha montato una “panna mediatica” francamente inaccettabile e, così facendo, ha gettato ombre addosso a un ragazzo che invece andrebbe protetto come un panda. Jannik Sinner da San Candido, oggi, è la massima espressione dello sport nel nostro Paese. Forse un giorno arriverà addirittura a conquistare la vetta del ranking (vengono i brividi solo a pensarci), forse non ci riuscirà mai. In ogni caso, da ieri, Panatta non è più solo ed è facile ipotizzare che ’sto ometto di 22 anni sia destinato a diventare il più grande tennista italiano di tutti i tempi. Teniamocelo stretto, strettissimo, e difendiamolo da tutti coloro che non riconoscono così tanta bellezza. 

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