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Nicolò Fagioli, "tre anni di stop": Juve a un passo dal disastro

Federico Strumolo
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In quanto a scandali, la famiglia reale britannica è nulla in confronto alla Juventus, che questa volta deve fare i conti con il caso che riguarda Nicolò Fagioli. Ventidue anni, un talento cristallino per il calcio, la faccia da bravo ragazzo, ma anche una pericolosa passione per le scommesse. Tanto che il centrocampista, debuttante con la Nazionale il novembre scorso (in quella che, per il momento, resta la sua unica presenza in azzurro), è indagato dalla Procura di Torino per un giro, appunto, di scommesse (sportive e non) su piattaforme online.

Un procedimento già a conoscenza dalla Procura della Figc, a cui, come raccontato dagli stessi legali del giocatore, cresciuto nel settore giovanile bianconero e stabilmente in prima squadra dalla passata stagione agli ordini di Massimiliano Allegri, Fagioli si è autodenunciato il 30 agosto scorso (la Figc, tra l’altro, avrebbe già ascoltato il giocatore della Juventus). «Nicolò è sereno, è concentrato sulla Juventus e sta affrontando con responsabilità la vicenda, in un’ottica di massima trasparenza e collaborazione» il commento dei legali Luca Ferrari e Armando Simbari.

 

I TEMPI DELL’INDAGINE
Una notizia clamorosa, che potrebbe avere ripercussioni sulla carriera di una promessa in rampa di lancio. Un’eventuale violazione del codice sportivo, con riferimento all’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva (che vieta ai tesserati del settore professionistico di effettuare o accettare scommesse, anche presso soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano a oggetto risultati relativi a incontri ufficiali organizzati da Figc, Fifa e Uefa), porterebbe a Fagioli una sanzione che può superare i tre annidi squalifica, oltre a una multa a partire da 25mila euro. L’indagine, della Figc, non dovrebbe avere tempi lunghi, considerando che la Procura ha 60 giorni di tempo per chiudere il fascicolo che, presumibilmente, sarà stato aperto i primi giorni di settembre (dopo, appunto, l’autodenuncia del giocatore).

Curioso che Fagioli rappresenti il futuro di una società, la Juventus, di cui una leggenda, Gianluigi Buffon, ha dovuto fare i conti in passato con una vicenda simile. «Se ho scommesso, e mai sulle partite, è stato perché chi vive deve trovare una trasgressione. Io non vado in discoteca, non ho mai fatto uso di droghe, ho sempre avuto solo una donna. Scommettevo, ma sono fatti miei» commentò al tempo lo stesso Buffon.

 

Chissà cosa ne penserà di tutto questo il re del gossip Fabrizio Corona, che già il primo agosto anticipò la vicenda Fagioli (quindi prima che il giocatore si autodenunciasse), definendo il ragazzo «ludopatico» e raccontando come lo juventino fosse «sotto di oltre un milione di euro di debiti per gioco d’azzardo».

La Juventus, insomma, non può stare tranquilla un attimo: passano i mesi ed escono fuori nuovi casi. Dalla vicenda di Luis Suarez, con il famoso esame farsa sostenuto nel settembre del 2020 per ottenere la cittadinanza italiana (fondamentale per il suo eventuale passaggio alla Juventus), al caso delle plusvalenze del novembre 2021, che portò alla penalizzazione in classifica del maggio scorso di 10 punti, sempre conseguenza del complicato periodo della pandemia, in cui la Vecchia Signora fu anche protagonista del buco nell’acqua della fondazione della Superlega, insieme a Real Madrid e Barcellona. Una serie di eventi negativi che hanno portato, nel novembre scorso, alle dimissioni del presidente Andrea Agnelli, come di tutto il consiglio di amministrazione. Fino ai recenti casi riguardanti i tesserati (o ex tesserati): da Leonardo Bonucci, messo fuori squadra dalla Juventus (oggi gioca all’Union Berlino) e determinato a ricevere un risarcimento danni, a Cristiano Ronaldo, in causa con la Signora per una quota dello stipendio non pagato (nell’ottica della manovra stipendi sempre ai tempi del Covid), e Paul Pogba, trovato positivo al doping il mese scorso. Tempi duri per la società più vincente, e controversa, del calcio italiano.

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