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Calcioscommesse, Nicolò Fagioli minacciato: "Ti spezziamo le gambe"

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Alla fine, Nicolò Fagioli l’accordo con la Procura di Torino l’ha trovato: una squalifica di 7 mesi dal campo, con 5 di prescrizioni alternative e una ammenda economica. Il tutto per aver infranto l’articolo 24 della Giustizia Sportiva, che vieta la possibilità da parte di un tesserato di effettuare scommesse su eventi calcistici organizzati da Figc, Uega e Fifa. Intanto martedì sono emersi alcuni estratti dell’interrogatorio tra il giocatore e la pm Manuela Pedrotta, chiacchierata, risalente lo scorso 28 settembre. Tutto iniziato in modo ingenuo, quasi per gioco e finito in un incubo ad occhi aperti: "All'inizio un calciatore, avendo molto tempo libero finisce con il provare l’ebbrezza della scommessa per vincere la noia”, ha deposto il bianconero in Procura. "Con il passare del tempo divenne un’ossessione". 

Fagioli, i milioni persi tra diversi siti di scommesse 
Sarebbe stato Sandro Tonali “a farmi registrare tramite un account". Mentre tra i verbali emerge che "il periodo più brutto è stato fra marzo e aprile 2023 — ha detto Fagioli — In Sassuolo-Juve ho commesso un errore tecnico e sono stato sostituito. All’uscita ho pianto, per i debiti. A settembre 2022 erano 250 mila euro, poi erano arrivati a 2,7 milioni". Il baratro è sempre più grande: Fagioli gioca, scommette, perde sempre più soldi continuando a puntare sul calcio, sport prediletto insieme al tennis. Ma non sulla Juve, su alcune partite come "Torino-Milan del 30 ottobre 2022: puntai sul pareggio o sulla vittoria del Milan”, o Champions League come Real Madrid-Inter, iniziando a perdere soldi su soldi: "Circa 110 mila euro con le betar.bet e specialebet.bet, circa 1,5 milioni con la piattaforma illegale bullbet23.com, circa 1,3 milioni con altra piattaforma illegale”.

 

 

I Rolex consegnati ai creditori 
Così si arriva ai quasi 3 milioni di debito, una somma folle, davanti alla quale Fagioli attinge a piene mani dal proprio conto corrente che, però, viene preso in mano dalla mamma che pone un freno alle costanti e sempre più alte uscite: "Non potevo prelevare più soldi dal mio conto controllato da mia madre e ho cominciato a chiederli ai compagni di squadra". Accampando scuse, pretesti, in un giro di indebitamento che inizia ad essere l'inizio della fine: "Dicevo loro che mi servivano per comprare alcuni orologi Rolex in una gioielleria di Milano". Tutte scuse, la realtà era ottenere in qualsiasi maniera i soldi necessari per pagare i debiti: "Per restituire le somme a volte compravo dei Rolex con bonifico bancario" continua Fagioli in Procura. "A volte li consegnavo io. Altre passavano i titolari delle piattaforme a ritirarli in gioielleria".

Fagioli sui social si sfoga: “Mille falsità sui giornali, presto parlerò”
Se Fagioli non pagava, il sistema era chiaro e spietato: si finisce in mano alla malavita e ai riscossori senza scrupoli. Tanto che il giocatore è stato oggetto di feroci minacce, nei casi di reiterata insolvenza: "Ti spezzo le gambe". Fino a non farcela più e ad autodenunciarsi lo scorso agosto, con la richiesta d'aiuto per uscire dal buco. Sui social, poi, martedì sera, il giocatore ha annunciato che racconterà in prima persona il suo dramma, per far fronte alle speculazioni che già sono in atto: "Pensavo di partire chiedendo scusa non solo ai tifosi bianconeri, ma a tutti i tifosi del mondo del calcio e dello sport per l'errore ingenuo che ho fatto — ha scritto su Instagram — Invece no, sono obbligato a partire dallo schifo che scrivono su di me giornali, persone solo per mettermi in cattiva luce con mille falsità… o forse meglio, solo per conquistare due visualizzazioni in più. Presto parlerò".

 

 

 

 

 

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