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Villareal, i giocatori pro-Hamas: orrore in campo, il gesto contro il Maccabi Haifa

Roberto Tortora
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Il calcio dovrebbe unire e non dividere, lo si proclama spesso a gran voce, ma la gara di Europa League tra gli israeliani del Maccabi Haifa e gli spagnoli Villarreal, giocata sul neutro di Larnaca (Cipro) per ovvie ragioni, ha avuto un prologo spiacevole. Due giocatori del “submarino amarillo”, cioè il franco-algerino Aïssa Mandi e lo spagnolo di origini marocchine Ilias Akhomach, non hanno partecipato al minuto di silenzio voluto dalla squadra ospitante.

In un clima già surreale, per l’assenza del pubblico e uno stato di allerta massimo, si è aggiunta la protesta di due giocatori, evidentemente musulmani, in disaccordo sul fatto che l’omaggio voluto dal Maccabi fosse solo in memoria delle vittime dell’attentato del 7 Ottobre di Hamas, i 1400 caduti israeliani. Durante il momento di raccoglimento, il comitato tecnico del Maccabi Haifa ha sventolato le bandiere israeliane e il club ha sparso 1.400 palloncini sugli spalti vuoti dell'AEK Arena di Cipro. Nessun riferimento agli oltre diecimila morti del conflitto, inclusi i palestinesi.

 

I due giocatori “dissidenti” sono rimasti in disparte e non si sono uniti al resto dei compagni di squadra e degli avversari. C’è da dire che la protesta di Mandi e Akhomach, silenziosa e, per questo, molto rumorosa, si è limitata al minuto di raccoglimento. Dopodiché, i due hanno preso parte alla sfida che si è giocata regolarmente. Per la cronaca, hanno vinto gli spagnoli in rimonta 2-1: ha aperto le marcature Seck per gli israeliani, ha pareggiato Baena per la squadra di Pacheta, quindi Sorloth ha siglato il gol-vittoria, alimentando i sogni di qualificazione degli spagnoli.

 

Quello dei giocatori del Villarreal non resta un atto isolato di protesta, perché nei giorni scorsi in Danimarca una piccola squadra di terza categoria, l’Ishoj IF, non ha potuto disputare una gara della coppa nazionale in casa dell’Aarhus, perché voleva scendere in campo con le magliette nere con la scritta  "Stop ai massacri a Gaza". Il club ha ricevuto minacce dal servizio di sicurezza della squadra di casa che in nessun modo avrebbe permesso ai calciatori di entrare in campo con quelle t-shirt e l’accesso è stato negato con forza. La partita non è stata giocata.

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