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Milan, Pioli si aggrappa a Camarda: baby prodigio da 100 gol l'anno

Massimo Sanvito
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«Non c’è Giroud? E allora perché non proviamo ’sto ragazzino?». È una domanda che rimbalza da qualche giorno tra le chat dei milanisti, nei bar, dal panettiere, per strada. Ovunque. E ora che anche Okafor (lesione al bicipite femorale, ndr) si è unito alla via crucis di infortunati rossoneri sguarnendo pressoché completamente il reparto offensivo, il suo turno è arrivato. Alla veneranda età di 15 anni, otto mesi e 15 giorni. Il ragazzino è Francesco Camarda, anno di nascita 2008 (duemila-e-otto), professione attaccante.

Segni particolari: spietata macchina da gol. Il suo biglietto da visita, alle soglie del calcio dei grandi, è un’implacabile sete di gonfiare la rete. Oltre 500 palloni buttati in fondo al sacco nelle prime cinque stagioni di giovanili con la maglia del Milan. Ovvero 100 gol all’anno. Ovvero due o tre gol di media ogni partita. Numeri impressionisti. L’ufficialità arriverà oggi ma il suo nome nella lista dei convocati di Pioli per Milan-Fiorentina di domani sera, grazie a una deroga della Figc, è scontato. E se Camarda metterà piede in campo diventerà il più giovane esordiente della storia in serie A, spedendo nel cestino il record di Wisdom Amey (debuttò nel 2021 con la maglia del Bologna a 15 anni e 274 giorni).

 

 

 

Il gol in rovesciata contro il Psg in Youth League – cross da destra, lui a smarcarsi a centro area e sfera all’angolino – ha fatto il giro dei social e la stessa sera di coppa ha fatto fantasticare i tifosi rossoneri: «Leao in Champions lo ha copiato contro Donnarumma!» (era il 7 novembre) ma è stata solo la punta di un iceberg che si è consolidato negli anni.

 

BRUCIATE LE TAPPE

A partire dall’Afforese, società di calcio alla periferia nord di Milano con cui Francesco ha cominciato a tirare i primi calci al pallone, per poi proseguire coi colori rossoneri. Una trafila che lo ha portato a bruciare tutte le tappe possibili e immaginabili. In quel mezzo migliaio di gol da bambino tra calcio a 7 e a 9, si inserisce il record maturato nell’anno a metà del covid – stagione 2019/2020 con l’Under 12 –, quando il bomberino rossonero, a 11 anni, ha messo a referto 172 reti dal 31 agosto al 22 febbraio. Cioè 28 al mese e dunque 7 a settimana.

 

 

 

«Un giocatore prima di tutto attento e rispettoso, sempre in ascolto del mister, correttissimo verso arbitri e avversari. Mai un problema nello spogliatoio. E poi potenza e tecnica: partecipa alla manovra, gioca con e per la squadra e sottoporta... beh, lì è infallibile», spiega a Libero un ex dirigente rossonero che lo conosce bene per averlo avuto in squadra. Nato e cresciuto nella periferia di Milano, che può inghiottirti in un attimo, non ha mai smarrito i binari che conducono al successo. Merito anche di una famiglia «presentissima, che gli è sempre vicina» e di una mentalità da professionista. Camarda – sotto età anche di due anni – non ha mai smesso di fare la cosa che meglio gli riesce: buttare la palla in porta. Un almanacco da capogiro: 22 reti in 25 partite nel suo primo campionato a 11, vinto con l’Under 15, compresa l’incornata in finale contro la Fiorentina; 22 reti in 18 partite con l’Under 17; 7 reti in 13 partite, quest’anno, con la Primavera. Francesco è l’unico classe 2008 sul pianeta ad aver segnato all’esordio sia in campionato che in Youth League nella categoria anticamera della prima squadra. Con la doppietta al Newcastle è diventato il più giovane italiano di sempre nella Champions dei giovani. E poi la nazionale italiana. Anche con maglia azzurra gol a raffica: 6 in 9 gare con l’Under 15; 3 in 7 gare con l’Under 16; 4 in 6 gare con l’Under 17.

Domani, il sogno di una brevissima vita prenderà subito forma. Francesco Camarda entrerà alla Scala del calcio e si siederà in panchina davanti ai 70mila del Meazza. E chissà che la partita non si metta male per il Milan, spingendo Pioli a buttarlo nella mischia. Più di uno lo vorrebbe addirittura titolare: «Anche se ha ancora 15 anni è sicuramente meglio di Jovic...». Il futuro rossonero potrebbe già avere una sagoma precisa: quel viso pulito da 15enne, rapidissimo di piede e di pensiero, milanese e milanista, che scalpita per prendersi i riflettori di San Siro. 
 

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