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Luciano Spalletti, furia in diretta Sky: "Mai stato suo amico", chi liquida

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Prima dell'intervista-fiume al Corriere della Sera, Luciano Spalletti ha scelto Sky Sport per togliersi più di un sassolino dalle scarpe nei confronti del mondo del calcio. Qualche giorno prima, Paolo Condò, storica firma del giornalismo sportivo italiano ex Gazzetta dello Sport, oggi a Repubblica e opinionista di Sky, dell'attuale ct della Nazionale aveva tessuto un lungo elogio del mister, il mago di Certaldo. "Se Juventus-Inter è la migliore gara del nostro campionato, perché un tedesco, un arabo, un americano o un brasiliano dovrebbero guardare la Serie A? Perché le televisioni estere dovrebbero alleggerire l'offerta per la Premier e appesantire quella per noi?". 

"Ai tempi del grande Barcellona di Guardiola e dei suoi molti epigoni in Liga, alcuni giornalisti spagnoli facevano i fenomeni scrivendo che le partite della Serie A erano emozionanti come osservare la vernice mentre si asciuga su una parete - ricorda ancora Condò -. Venne l'Inter di Mourinho a fare giustizia di tanta presunzione, ma quella era Champions, in fondo non ce la stiamo cavando male nemmeno quest'anno. Il problema è il campionato, dove il concetto di spettacolare – passato come una meteora il Napoli di Spalletti – è letteralmente scomparso".

 

 

 

A Sky Sport Spalletti si ritrova davanti proprio Condò e Billy Costacurta, e va in scena un vero e proprio show in diretta: "Non ero amico di Condò che mi faceva le interviste, stavo sulle scatole a tutti i giornalisti", rivendica sottolineando la sua lunga gavetta prima di ottenere i meritati riconoscimenti. "A me nessuno ha regalato niente", per poi "bastonare" i presenti in studio: "Vi mancano pezzi importanti se guardate solo il gioco con la palla, non capite le mie convocazioni". 

 

 

 

Il monologo del ct è, come al solito, decisamente pittoresco: "Dispiace che non tutti i calciatori abbiano chiaro che cosa significhi vestire la maglia della Nazionale. A me nessuno ha regalato niente, non ero amico di Condò che mi faceva le interviste, sono sempre stato sulle scatole a qualsiasi tipo di giornalista, avevo fatto una scelta, mi divertiva anche, ora no poiché sono alla Nazionale. Per uno come me, che la stradina l'ha fatta tutta, ritrovarmi in quell'auditorium (dove si è tenuto il sorteggio per i prossimi Europei, ndr), a volte questi ragazzi si lamentano perché qualcuno li critica. Questo qualcuno ha fatto fatica per riuscire ad avere situazione importante, questi ce l'hanno d'ufficio perché hanno qualità. Devono fare come Sinner, ci si alza la mattina, si lavora sulle cose che ti mancano, si va a fare le posture, le ore del giorno non bisogno annoiarsi perché non si trova il modo per passarle. C'è il modo per passarle".

 

 

 

Quindi la lezione tecnica ai commentatori in studio: "Pressione, costruzione e il blocco squadra, queste sono le tre cose fondamentali. La Juventus aspetta col blocco squadra bassa. L'essenziale è non essere lunghi. Vedrete che il portiere in futuro giocherà sempre più spesso fuori dall'area con i piedi. Nel calcio moderno la ri-aggressione va fatta immediata senza il minimo dubbio, come ti giri a palla persa non la ritrovi più. Voi criticate squadre che fanno gioco di attesa. Siete condizionati troppo dal valutare chi è la palla. Invece i calciatori sono bifasici, tutti devono saper giocare e saper fare la fase difensiva. Giocatori che non hanno quella completezza lì, vanno in difficoltà. Poi quello che ha la palla è uno, parlate qualche volta anche di questo". E ancora: "Non mi piace che valutiate sempre il possessore di palla e basta, è troppo facile. Vedere un calciatore e le giocate che fa, è comodo. la partita è una scatola che va riempita di cose. Non si è visto come ci è venuto addosso che ci ha buttato addosso con tre spallate. Kane? Che vuol dire Kane, voglio arrivare al suo livello. Kane fa 12-13 chilometri a partita, Brozovic 16. La corsa velocissima, poi metti due tre colpi di testa. Se si prende due gol come si è preso dall’Inghilterra, che si fa? È un vantaggio o no andare a pressare e far fare a loro la pallata? Questo vuol dire parlare di pallone, bisogna andare nel calcio giocato. E non difendere l'allenatore con cui si hanno relazioni". A qualcuno saranno fischiate le orecchie.

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