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Red Bull, Chris Horner salvato "perché sapeva troppo": molestie, il retroscena

Leonardo Iannacci
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Tanto tuonò che non piovve. Neppure una goccia, forse perché la Formula 1 ha fatto tappa nel deserto per il via della stagione. Il giallo-Horner che ha tenuto con il fiato sospeso l’intero Circus si è sgonfiato in un soffio nel lontano Barhain e ha dato esiti inaspettati nel paddock di Sakhir che ospiterà sabato il debutto.

Chris Horner, a suo tempo denunciato e messo sotto accusa da una dipendente per “comportamenti inappropriati”, è stato completamente scagionato. La vicenda, portata alla luce il 5 febbraio scorso dal quotidiano olandese De Telegraaf, si conclude al meglio per il 50enne manager che proseguirà come nulla fosse accaduto al timone della scuderia di Milton Keynes. Prosegue così il ciclo del quartetto composto da Verstappen, Marko, Neweye Horner, quello dei grandi trionfi Red Bull.

Molti pensavano e speravano in un licenziamento in tronco del marito della ex Spice Girl Gery Halliwell, a partire dal collega in McLaren, Zak Brown, sino alla stessa Liberty Media. Nessuno aveva scommesso un penny su un esito favorevole a Horner ma la Red Bull l'ha assolto e ha ufficializzato il contrario: «L’indagine interna conferma che la denuncia è stata respinta e siamo fiduciosi che sia stata giusta, rigorosa e imparziale. Red Bull continuerà a impegnarsi per soddisfare i più alti standard sul posto di lavoro». E fin qui la cronaca. Ma la spiegazione di questo sorprendente finale di partita è un’altra, è politica al limite dello spionaggio industriale: Chris Horner non poteva essere fatto fuori dalla Red Bull semplicemente perché è a conoscenza di troppi segreti tecnici del team campione del mondo.

 

Sa tutto e molto di più, soprattutto sulle due factory di motori che Red Bull gestisce per preparare gli attuali Honda e per costruire con Ford quello nuovo del 2026. Farlo andare via sarebbe stato rischiosissimo, Horner avrebbe potuto spifferare a chicchessia dati e segreti importanti e la fuga di notizie sarebbe stata deleteria per un team che domina grazie alla superiorità tecnologica evidenziata nelle ultime stagioni. A questa conclusione sono giunte anche le due fazioni che detengono le azioni del team: quella austriaca proprietaria del 49% e la thailandese che ha la maggioranza.

Il tempo aggiusterà tutto e, fra qualche gran premio o forse prima, questa storiaccia sarà dimenticata. Tutti saranno avvinti da una Formula 1 che va a iniziare con Hamilton separato in casa Mercedes («Ma sono supermotivato per vincere quest’anno!» ha provato a dire), con Carlos Sainz seconda guida in scadenza come una mozzarella («Che futuro ho?» si è chiesto ieri) e con Leclerc che ha già messo le mani avanti: «La SF-24 è migliore della SF-23 ma la Red Bull è meglio». Da oggi, a Sakhir, rombano le power-unit: due sessioni di prove libere (ore 12.30 e 16), domani le qualifiche (ore 17) e sabato il gran premio (ore 16). Tutto in diretta su Sky Sport F1 e in streaming su Now.

 

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