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Jannik Sinner, la reazione all'ingiustizia? Che lezione al 99,99% degli italiani

Fabrizio Biasin
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Prima la cronaca. Il greco dalla zazzera splendente, Stefanos Tsitsipas, ha conquistato perla 3ª volta il torneo di Monte-Carlo, prestigioso Atp 1000 e primo appuntamento di un certo prestigio sulla terra rossa nel 2024. In finale ha battuto il norvegese Casper Ruud 6-1, 6-4. Da oggi ci si trasferisce a Barcellona, Atp 500, altro bel torneo che, però, dovrà fare a meno di Carlos Alcaraz, n° 3 al mondo che ancora non ha recuperato dal problema al braccio. 

Nulla di serio, tornerà presto. E poi c’è il resto, ovvero Jannik Sinner. Si rischia di risultare un filo stucchevoli, ma certe cose vanno scritte. L’altro giorno Jannik , n° 2 al mondo, è stato vittima di un’ingiustizia: nel set decisivo aveva un break di vantaggio sul suo avversario (il greco di cui sopra) e sarebbe arrivato pure il secondo se il giudice della partita, la signora Aurelie Tourte, avesse chiamato il doppio fallo (palla uscita nettamente). 

 

Non lo ha fatto e in quel momento - complici i crampi di Jannik - la partita è svoltata. Pazienza, succede. Rispetto a questo tipo di situazione esistono due tipi di italiani: del primo tipo fanno parte il 99,99% degli italiani (scrivente compreso) che si incazzano come belve, sputano bile, gridano allo scandalo per i punti persi, la finale mancata e via andare. Lo 0,01%, invece, è rappresentato dal signor Sinner, che va in conferenza e dice «Non è il mio lavoro, succede». E volta pagina. Probabilmente un giorno ’sto ragazzo diventerà n° 1 al mondo, in generale lo è già per distacco. Gigante.

 

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