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Jannik Sinner, nessun ricorso della Wada: il caso-doping è chiuso (e Kyrgios finisce ko)

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Tutti muti: Jannik Sinner da questo momento è ufficialmente e completamente prosciolto da ogni accusa di doping. Infatti la segreteria del Tribunale Arbitrale internazionale dello Sport, il Tas, lo ha confermato nella mattinata di oggi, martedì 10 settembre, al Corriere della Sera.

Il punto è che la Wada, l'Agenzia internazionale antidoping, non ha presentato alcun ricorso contro la sentenza dell'Itia, la International Tennis Integrity Agency, dello scorso 19 agosto, sentenza con cui il campione altoatesino veniva prosciolto da ogni responsabilità per la doppia positività registrata al Clostebol lo scorso marzo, per la quale erano già scaduti i termini d'appello da 21 giorni.

La Wada conferma così la sua consuetudine a non presentare ricorso alle sentenze delle agenzie indipendenti quali quella del tennis, appunto, ma anche dell'atletica e del ciclismo. Quando le assoluzioni vengono motivate da un punto di vista giuridico, la Wada solitamente non procede al ricorso. Questo caso non fa eccezione. 

 

In ogni caso, si tratta di un'ulteriore e definitiva conferma alla bontà della versione, suffragata da alcune immagini e fotografie, fornita da Sinner e dal suo entourage per motivare la minima positività alla sostanza proibita, la cui quantità era comunque stata definita non compatibile con il concetto di doping. Il caso, insomma, è chiuso. Con buona pace di chi ha gettato veleno per lunghe settimane contro Jannik Sinner, con buona pace dei colleghi che hanno speso parole sibilline. E soprattutto con buona pace di Nick Kyrgios, l'ex tennista australiano, che durante tutto lo Us Open ha attaccato con toni a volte infamanti Sinner. La risposta di Jannik a Kyrgios? Presto detto, nessuna. Semplicemente lo storico, netto, strepitoso trionfo a Flushing Meadows.

 

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