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Inter e Milan, 18 capi ultrà arrestati: nelle intercettazioni spunta Fedez, il caso della bibita

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Alla fine spunta anche Fedez, non indagato, nella clamorosa inchiesta milanese che ha portato all'arresto di 19 persone legate alle curve di Milan e Inter. "Decapitati gli ultrà di San Siro", si legge da più parti: un'accusa pesantissima, perché i nomi coinvolti sono di spicco.

Sul fronte Inter, il capo Andrea Beretta (già in carcere a San Vittore per l'omicidio di Antonio Bellocco), il vicecapo Marco Ferdico e il nuovo reggente della curva Renato Bosetti. Su di loro pendono le accuse di associazione per delinquere, con l'aggravante mafiosa, estorsione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, accesso abusivo a sistemi informatici, lesioni, percosse, rissa e resistenza a pubblico ufficiale. Stesse accuse, ma senza l'aggravante mafiosa, per i "colleghi" milanisti. Tra questi, Luca Lucci, Christian Rosiello, il bodyguard di Fedez negli scorsi mesi finito al centro del presunto pestaggio del personal trainer Cristian Iovino e Islam Hagag, conosciuto come 'Alex Cologno', anche lui amico del rapper. 

 

 

 

Centrale il ruolo di Lucci, il capo indiscusso della Curva Sud. Si viene a sapere di una richiesta del cantante al capo della curva per essere aiutato ad "avere la possibilità di somministrare una bevanda da lui sponsorizzata all'interno dello stadio Meazza". E, ancora, si manifestano le "ambizioni imprenditoriali" di Lucci nel settore musicale per i suoi rapporti personali con i cantanti rap come, oltre a Fedez, "Emis Killa, Lazza, Tony Effe, Cancun, Gue Pequeno". Relazioni che "gli hanno consentito di aumentare, in maniera esponenziale, e con pochissimi controlli, i propri guadagni, avviando preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale (ed in particolare in Calabria), sia internazionale, facendo leva sull'intraprendenza del suo fedelissimo Hagag Islam", molto vicino a Federico Lucia e arrestato con Lucci, "già in contatto con alcuni imprenditori operativi nel settore, molti dei quali di origine calabrese".

 

 

 

E' una "inchiesta emblematica" perché, spiega in conferenza stampa il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, "costringe ad aprire gli occhi su una realtà di rischi, evidenti da tempo, di una deriva criminale negli stadi italiani e di condizionamenti criminali". Estorsioni sulla vendita dei biglietti delle partite di Inter e Milan, il pizzo sui parcheggi attorno allo stadio, accordi per spartirsi i profitti su bibite e gadget, risse.

Le 500 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare fanno emergere un "patto di non belligeranza sugli spalti "a prima vista connesso a una tranquilla gestione della vita di stadio ma, a ben vedere, caratterizzato da legami fra gli apicali esponenti delle curve al fine di conseguire profitto, in un contesto in cui la passione sportiva appare mero pretesto per governare sinergicamente ogni possibile introito che la passione sportiva vera, quella dei tifosi di calcio, genera". L'aggravante mafiosa viene contestata solo ai capi nerazzurri ma, nota il procuratore Marcello Viola, "sono visibili tentativi di avvicinamento da parte della criminalità organizzata anche nella curva milanista che è comunque caratterizzata da forme di violenza di straordinaria gravità".

Le società "sono danneggiate, nessun loro funzionario è indagato" sottolinea il magistrato. Il gip Domenico Santoro scrive che "le indagini condotte hanno evidenziato che la società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo". La Procura ha aperto un 'procedimento di prevenzione' nei confronti di club. Viola ha già assicurato che "pur essendoci dei profili di criticità, siamo certi della loro collaborazione". Agli atti ci sono anche "pressioni su vecchi calciatori, Materazzi- Zanetti" e sull'allenatore Simone Inzaghi da parte di Marco Ferdico, uno degli ultra' arrestati, per ottenere 1.500 bigllietti per l'ingresso alla finale di Champions League Inter-Manchester City
 

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