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Jannik Sinner gela l'intervistatore: "Quando ti svegli... ?", l'assurda domanda su Alcaraz

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Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sono i volti del tennis di oggi, protagonisti di un'accesissima rivalità. Ma i due si stimano, si vogliono forse anche un pizzico di bene. E l'ennesima dimostrazione è arrivata dopo la finalissima d'Arabia, il Six Kings Slam, dove l'altoatesino ha battuto in rimonta in tre set lo spagnolo, aggiudicandosi quasi 6 milioni di euro, premio ricchissimo pur in un torneo che non dava punti Atp. Ma, soprattutto, Jannik ha battuto Carlos per la prima volta in questo 2024.

Ma si diceva: il rapporto tra i due. Nelle interviste post-partita, Sinner ha spiegato quanto Alcaraz sia per lui una continua fonte di motivazione e ispirazione per migliorarsi. "Come ha detto Carlos, cerchiamo di spingerci al limite. Mi sveglio la mattina cercando di capire come batterlo", ha spiegato il ragazzo di San Candido. Parole che hanno spinto l'intervistatore a spendersi in una battuta: "Ci hai appena detto che ogni giorno ti svegli e pensi a lui?". Sinner, divertito, ha colto lo scherzo e, tra le risate, ha replicato: "Beh no, voglio dire... sarebbe strano no?". Parole che hanno strappato una risata anche ad Alcaraz.

 

 

E ancora, su Alcaraz: "Questo tipo di rivalità e giocatori ci spingono al limite del 100%. Sono felice di questo oggi. Ma il motivo per cui siamo venuti qui era per mostrare a tutti cosa significa il tennis. Noi facciamo del nostro meglio". Infine Sinner ha chiosato: "Carlos sarà il mio più grande rivale? Ci capiamo. Viaggiamo molto. Direi che siamo buoni amici, anche se non i migliori in assoluto. Ci piace condividere quello che succede ogni volta che scendiamo in campo. Cerchiamo di divertirci. Ogni partita è stata molto, molto bella. Speriamo che questa rivalità duri il più a lungo possibile. Ma ci sono così tanti altri giocatori che possono arrivare. Vediamo cosa succederà in futuro", ha concluso il numero 1 al mondo. Insomma, vedremo cosa riserverà il futuro, ma nel presente il tennis è cosa loro.

 

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