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Nuovi esami antidoping agli atleti di Torino 2006

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Il Cio potrebbe riaprire un'inchiesta dopo 4 anni per cercare il Cera

Roberto Amaglio
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L'antidoping non vincerà di certo la medaglia d'oro per il tempismo sportivo. Confermando la legge secondo la quale l'antidoping sarà sempre un passo indietro rispetto ai furbi e alle nuove tipologie di baro, oggi la commissione medica del Cio avrebbe deciso di riaprire un'inchiesta riguardante le Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Sotto la lente d'ingrandimento dei medici finiranno quei 40 campioni di sangue congelati e conservati presso i laboratori del Cio al termine della rassegna olimpica italiana, rispolverati per andare alla ricerca delle tracce del Cera, l'ormai celebre medicinale per curare l'anemia renale già ben noto ai ciclisti per le positività di Riccò, Sella, Piepoli, Bosisio, Di Luca, Kohl e tanti altri ancora. Tale decisione è stata possibile grazie al protocollo che da Atene 2004 permette di congelare i campioni di sangue per consentire nuove analisi mano a mano che le tecniche progrediscono. Per quanto effettuare queste analisi a quattro anni di distanza dalla competizione Piemontese (e a due anni dalla scoperta del CERA) possa sembrare anacronistico, dal CIO non si preoccupano: il Codice mondiale antidoping fissa in otto anni il periodo di prescrizione per le infrazioni in materia.

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