A Milano c’è un altro tema che corre parallelamente rispetto alla sfida di Monaco ed è quello che riguarda il futuro di Simone Inzaghi, l’allenatore che negli ultimi 3 anni ha guidato l’Inter verso due finali di Champions. Il film di Mourinho è ancora nella testa di tutti: lacrime e addio, evitando addirittura il ritorno a Milano con la Coppa. Ma cosa farà Inzaghi, fermo restando che il paragone con il portoghese potremo ritenerlo idoneo solo, eventualmente, a Coppa vinta? È legittimo porsi la domanda, non è opportuno, invece, farla diventare un’ossessione.
Anche in viale della Liberazione hanno preferito rimandare la questione, Marotta per adesso non si scompone e a tal proposito, proprio lunedì scorso in occasione del Media Day, il presidente ha affrontato il tema facendo trasparire un certo ottimismo, sentimento che, almeno in cuor suo, è sufficientemente sostenuto dalla bontà del progetto che il club potrà garantire a Inzaghi domenica prossima, giorno in cui è previsto che le parti si incontrino. Ma quali carte potrà giocarsi Marotta? In ambito di contrattazione saranno tre i punti cruciali da affrontare: la durata del prossimo contratto, le garanzie sul mercato e il pieno sostegno della dirigenza a stagione in corso, un supporto di cui il tecnico in questa stagione si è sentito spesso sprovvisto.
Inter, Simone Inzaghi riceve il Tapiro d'oro? Cosa svela sul suo futuro
Manca ancora la partita più importante della stagione - la finale di Champions League contro il Paris Saint Germa...Ma partiamo dal punto 1, la durata del contratto: se negli anni scorsi Marotta ha puntato su rinnovi annuali, questa volta proporrà all’allenatore qualcosa che in carriera non ha mai concesso a nessuno, ovvero un rinnovo biennale. Questo sarà senza dubbio un aspetto importante. Punto 2, il mercato: da questo punto di vista Inzaghi è sempre stato “aziendalista” ma ora vuole di più. L’Inter è finalista di Champions e in questi anni ha raggiunto un livello altissimo. Uno status che richiede investimenti mirati, al fine di essere sostenuto nel modo migliore. Oaktree ha messo a disposizione di Ausilio tra i 50 e i 60 milioni di euro di budget, somma da rinvigorire con almeno un paio di cessioni (tra Sucic, Luis Henrique e Bonny i 50 sarebbero già finiti...). Nomi che a Inzaghi vanno bene, ma il tecnico vorrebbe anche mettere le mani su qualche certezza e spera che il club lo possa accontentare. «Inzaghi ha detto che ci devono essere i presupposti per proseguire? Considerazione normale da parte dell’allenatore. Deve sentirsi dire delle cose da parte della società e siamo pronti a farlo», ha chiarito lunedì Marotta.
In ultimo, ma non meno importante, il sostegno. Inzaghi ha spesso dovuto sopportare attacchi che lo hanno logorato e anche in merito agli episodi arbitrali, il tecnico avrebbe gradito che il club facesse sentire la propria voce con più fermezza. Tutte rassicurazioni che il club sente di poter dare al tecnico, ma in ogni caso saranno discorsi da affrontare a bocce ferme, quando il discorso Champions sarà archiviato. Fino a quel momento, testa a Monaco, una sfida storica per il club, che Marotta ha voluto celebrare ieri andando a pranzo nel ristorante di Zanetti, insieme a Moratti e alcune leggende nerazzurre: «Speriamo sia di buon auspicio per sabato, ho parlato con Gianfranco Bedin, Sandro Mazzola, Aristide Guarneri e Massimo Moratti. Arriva una partita che può segnare la storia».