Renzo Furlan, ex tennista e oggi coach e commentatore per Sky, non è rimasto sorpreso dal trionfo di Jannik Sinner a Wimbledon. Intervistato da Fanpage, ha spiegato di averlo previsto: “Mi aspettavo la vittoria, anche solo per la reazione dopo le due sconfitte precedenti”, esordisce. Prima di individuare tre momenti chiave della finale contro Alcaraz: “Alla fine del secondo set ha alzato davvero il livello e ha pareggiato i conti — aggiunge — Sul 3-4, 30 pari, ha tirato un ace esterno di seconda e poi un altro dall’altra parte, subito dopo ha strappato il servizio. E poi quando ha annullato le due palle break che avrebbero potuto far rientrare Alcaraz nel terzo set”.
Secondo Furlan, il successo nasce soprattutto dalla forza mentale del 23enne di Sesto Pusteria: “Mentalmente lo era anche prima, veniva da tre mesi di stop, e gestire quella situazione non era semplice — commenta l’ex tecnico di Jasmine Paolini —. Però sull’erba, dove la palla resta bassa, mette in difficoltà Alcaraz. Jannik quando gioca la palla di fianco, se non si alza troppo, fa malissimo”. Guardando al futuro, Renzo ritiene che questa vittoria possa lasciare il segno: “Dopo Parigi sembrava una finale episodica, ma qui c’è stato un piccolo sorpasso — aggiunge —. Per me l’erba è la superficie dove Jannik gioca meglio, assieme al cemento americano. Vedo Sinner favorito nel chiudere la stagione da numero uno perché è più continuo”.
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Ora, uno non vuole per forza cadere nella retorica insopportabile del calcio che è brutto e cattivo mentre gli al...Sul piano tecnico, nota come Alcaraz sia apparso destabilizzato: “Ha cominciato a cercare tante soluzioni, tante smorzate, perché non riusciva a imporre il ritmo da fondo — spiega Furlan — Con Jannik non è riuscito ad alzare il livello. Essere surclassato negli scambi da fondo è difficile da accettare”. Furlan sottolinea la grandezza di Wimbledon: “È il tempio del tennis. C’è la tradizione, il Royal Box, l’eleganza… vincere lì ti porta quasi nella leggenda. Non mi fa impazzire l’idea del coprifuoco alle 11, per il resto è tutto straordinario”. Mentre se parla del suo ruolo da commentatore, dice: “Io nasco allenatore, con una passione per il tennis, e quando racconto la partita viene fuori tutto. Non sto molto sui social, ma cerco di farlo con entusiasmo”.
Sul futuro in panchina conferma le voci su Tyra Grant: ”È uno dei progetti migliori che mi sono stati proposti — afferma — È un progetto italiano e io volevo proprio questo. Ha già Matteo Donati come coach, io proverò a fare qualche settimana con loro. Ma con calma, una decisione definitiva verso settembre”. Infine, un consiglio ai giovani: “Se si avvicinano al tennis, lo facessero prima di tutto perché piace loro — dice — Si deve competere per migliorarsi, ma soprattutto divertirsi. Non si smetta mai di imparare”.




