Nella vita, grazie al cielo, non si è tutti uguali. Nel tennis, sport del diavolo ma appunto metafora della vita, il numero 1 del mondo e il numero 2, che fra l’altro stanno dimostrando, ranking a parte, di essere entrambi numeri 1, confermano appieno tale assunto.
Dopo aver consumato i tasti delle dita per raccontare del nostro magnifico Jannik Sinner scrivendone epinici omerici, se permettete stavolta parliamo del suo fiero avversario: Carlitos Alcaraz. Il ragazzo di Murcia, più giovane di quasi due anni, ha battuto la Volpe Rossa a Roma e Parigi e ha perso la finale di Wimbledon.
Avendo già in bacheca, cinque slam (due Championship londinesi, due Roland Garros e un US Open). E che ha fatto? Prima della stagione americana sul cemento e del torneo 1000 di Toronto, si è regalato giorni di svago. Si è concesso una scappata al mare a Ibiza, ha sfoggiato un nuovo taglio di capelli ed è stato fotografato insieme a German Berardo, sindaco di El Puerto de Santa María, al calciatore Sergio Reguilón e al rappresentante spagnolo della Fifa Borja Couce.
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Apriti cielo, si sono scatenati i mammassantissima del web stigmatizzandone il comportamento. Il primo a mettere sotto accusa Carlos era stato uno spagnolo eccellente, Toni Nadal, coach e zio del mito Rafa Nadal: «Non doveva perdere così la finale di Londra!». Poi è arrivata la stoccata dell’ex tennista Jim Courier: «Ha commesso un errore troppo di frequente nel corso della partita contro il numero uno del mondo». Poi è intervenuto uno che non riesce proprio a tenere la bocca cucita, Nick Kyrgios: «Carlos si distrae, ama fare troppe feste. Gli piacciono troppo le donne. È questo il suo unico problema, mentre Sinner resta più focalizzato. Credo che alla fine avrà una carriera migliore perché Alcaraz ama divertirsi». E Alex Corretja, ex numero 2 del mondo: «Spero a questo punto non giochi il torneo di Toronto». Infine, l’ultimo maligno smash arrivato da Jimmy Connors, uno che non si è mai smentito per la sua antipatia: «A Wimbledon Alcaraz non ha lottato. Non è accettabile. Non so se l’avrei mai accettato. Qualunque cosa accada, devi entrare in campo, cambiare un po’ il tuo gioco o provare a fare qualcosa di diverso. Se il tuo piano A non funziona, devi pensare a qualcos’altro».
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Ebbene, difendiamo a spada tratta il Carlitos fuori dal campo: un campione qual è lo spagnolo, che ha appena ceduto la finale londinese a un tennista capace, in un anno solare, di vincere tre slam, le Finals, la Davis e che è da 60 settimane numero 1 Atp, potrà bellamente fare quello che gli pare alla vigilia della stagione sul cemento, degli US Open e di un finale di 2025 che, se le cose gli vanno bene, lo potrebbero vedere risorpassare Sinner sul trono dell’Atp?
Una sincera difesa è arrivata da Jaime, il fratellino di Alcaraz, che ha raccontato un po’ meglio chi sia l’amato Carlitos. Svelando anche un retroscena inedito. Dal momento che anche lui è un tennista in erba, di cui si vocifera un gran talento nonostante abbia solo 14 anni, ha dato la seguente spiegazione: «Parliamo, ma non me ne dà poi molti di consigli, Carlitos. Quello più speciale, che abbiamo in famiglia sono le tre C (testa, cuore e palle in spagnolo, ndr)». Che gli avvoltoi di tastiera si calmino: è proprio vero, un bel tacer non fu mai scritto.