Sinner, "squali e pesci piccoli": le parole di fuoco di Thomas Ceccon

mercoledì 23 luglio 2025
Sinner, "squali e pesci piccoli": le parole di fuoco di Thomas Ceccon
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Magari a una lettura distratta Thomas Ceccon apparirà a molti sulla stessa lunghezza d'onda della sua "nemica" Federica Pellegrini: un critico di Jannik Sinner. Nulla di più sbagliato, però: a differenza della Divina, assai dura con l'altoatesino numero 1 del tennis mondiale per la vicenda doping, il campione del nuoto azzurro è un grande estimatore del tennista ma fotografa con amara precisione quanta differenza possa intercorrere tra i due "sistemi", quello della piscina e quello della racchetta, sebbene entrambi da tempo regalino grandi soddisfazioni all'Italia.

"Ai Mondiali di Singapore sono venuto per arrivare primo. O vinco o vinco. Anche se ormai ne sono consapevole: una medaglia copre, ma non scalda. Devi imparare a mettere la testa fuor d'acqua", spiega a U di Repubblica il 24enne veneto, primatista mondiale nei 100 dorso, oro olimpico a Parigi, argento e bronzo a Tokyo 2021 nelle staffette 4x100 stile libero e 4x100 misti. 

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Nel nuoto, adora il fuoriclasse francese Leon Marchand che a Parigi "per tutta la durata delle Olimpiadi non ha mai voluto incontrare la famiglia che pure era lì. E ha vinto quattro medaglie d'oro. Le pressioni esterne sono devastanti. C'è chi si toglie dai social. Io stesso non voglio che i miei mi scrivano messaggi durante le gare. Eliminare i rumori esterni aiuta. L'ansia galleggia con te, non puoi affondarla". 

Anche grazie all'exploit ai Giochi, Ceccon ha conquistato copertine e riviste: "L’esperienza da testimonial mi piace, è divertente. Un po’ di narcisismo non guasta. I set fotografici sono interessanti, chi ti trucca e ti aggiusta anche. Ognuno ha la sua arte. È bello avere qualcuno che ti cura, che ti guarda con altri occhi e ti migliora. Aiuta a uscire dall’acqua, anche perché noi in piscina non siamo molto riconoscibili. Non siamo Sinner, i nostri sport hanno una diversa visibilità. Pochi minuti e via".

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L'invidia però non c'entra: "Sono diventato un grande fan di Sinner anche perché ogni suo incontro è ben segnalato. Il tennis è uno sport seguitissimo, dagli sponsor e dalla tv. È quasi a ciclo continuo, resta per ore e per giorni sul piccolo schermo. Perdi un match? Puoi rifarti la settimana dopo. Chi vince Wimbledon guadagna 3 milioni e mezzo di euro, meritatissimi, per carità, ma non c’è confronto con una gara di nuoto dove se ti va bene prendi 15mila dollari. E dove magari ti confondono con un altro. Siamo squali, ma restiamo pesci piccoli".