Il deludente quarto posto di Charles Leclerc al GP di Ungheria, dopo una pole position promettente e oltre 40 giri in controllo, è arrivato dopo il crollo nell’ultimo stint con gomma Hard. Al termine della gara sono emerse due principali interpretazioni tecniche dall’Hungaroring per spiegare il drastico calo della SF-25 nell’ultima parte di gara. Le ha provate a riassumere l’analista tecnico per la F1 ed editorialista per La Gazzetta dello Sport, Paolo Filisetti.
La prima tesi è che la Ferrari avrebbe deliberatamente alzato la pressione degli pneumatici in previsione del terzo stint, puntando a ridurre i tempi di riscaldamento delle gomme in condizioni ambientali insolitamente fredde. Questa strategia avrebbe dovuto evitare problemi di grip nei primi giri dopo la sosta, ma avrebbe finito per spingere gli pneumatici ben oltre la finestra ottimale di utilizzo, compromettendo l’aderenza e la guidabilità della monoposto. A rafforzare questa tesi, anche un team radio in cui il box McLaren avvertiva Piastri della lentezza nel "warm-up" di Leclerc, segnalando dunque una difficoltà attesa da chi osservava la situazione.
Charles Leclerc, raptus nel parco chiuso: il video
Charles Leclerc ha chiuso il Gp d’Ungheria solo al quarto posto, nonostante fosse partito in pole dopo una una qua...Come seconda tesi, più inquietante per le sue implicazioni, c'è l’ipotesi che Ferrari abbia volutamente aumentato la pressione delle gomme per limitare il consumo della tavola sotto la vettura e così evitare una nuova squalifica per eccessiva usura del fondo, come già avvenuto in Cina. Se fosse confermata, questa scelta rappresenterebbe un'ammissione indiretta del fallimento della modifica alla sospensione posteriore introdotta a Spa, che avrebbe dovuto permettere assetti più bassi senza compromettere il plank. In sintesi, il crollo di prestazione della SF-25 potrebbe essere il frutto combinato di una scelta tecnica azzardata e dei limiti strutturali della vettura, mai veramente risolti nonostante le speranze emerse dopo il Mugello.