In un mondo normale il Pallone d’Oro andrebbe a Gigio Donnarumma, portiere del Psg. E non perché abbia stravinto la Champions League (o comunque non solo), semmai perché è stato l’artefice principale di quella vittoria: più di Vitinha, più di Dembelé, più di tutti gli altri fenomeni “parigini”. Vincerà “solo” il premio Yashin per il miglior portiere (tra i nominati anche Yann Sommer) e il paradosso è che la colpa è proprio dell’Inter: nei quarti e in semifinale il capitano azzurro è stato impressionante, ma in finale - suo malgrado- gli è toccato vestire i panni dello spettatore non pagante. E, sapete come funziona: la finale resta negli occhi più di tutto il resto. Il suo futuro? Potrebbe esserci ancora il nerazzurro, ma questa è un’altra storia...
E torniamo al Pallone d’Oro. Nell’elenco dei 30 “papabili” c’è un po’ di tutto (da Cole Palmer a Momo Salah, da Mbappé a Kvaratskhelia) ma anche pochissima Italia: il suddetto Gigione, unico azzurro, oltre a tre soli “italiani”, laddove per italiani intendiamo “giocolieri impiegati nella nostra povera Serie A”. E allora Lautaro Martinez, capitano dell’Inter nominato per la quarta volta in carriera; Denzel Dumfries, miglior nerazzurro per distacco della passata stagione; Scott McTominay, centrocampista del Napoli e indiscusso Mvp del campionato 2024-25. Stop, tutto qua. Forse si sono dimenticati di qualche vice-campione d’Europa (sicuramente manca Bastoni), ma la finale ha pesato moltissimo sulle velleità dei ragazzi di Inzaghi, ex tecnico beneamato. Ecco, Inzaghi: non è stato sufficiente battere Bayern Monaco e Barcellona per rientrare nella cinquina che si contenderà il titolo di miglior allenatore, cinquina che, invece, contempla altri due mister nostrani, Antonio Conte (Napoli) ed Enzo Maresca (Chelsea). Con loro Arne Slot (Liverpool), Hansi Flick (Barcellona) e il sicuro vincitore, Luis Enrique (Psg).
Gigio Donnarumma, clamorosa rottura col Psg: "Se ne va, ecco dove"
Il futuro di Gianluigi Donnarumma al Paris Saint-Germain è sempre più incerto. Clamoroso, ma vero. Tutto d...E tra i pedatori chi vincerà? Possibile/probabile che il duello riguarderà il campione d’Europa Dembelé e il fenomeno del Barcellona Yamal, con il secondo destinato a trionfare quantomeno nella categoria “baby” (tra i nominati pure l’ottimo juventino Yildiz). Se si trattasse di scegliere il più forte non ci sarebbero dubbi: Lamine non ha rivali e difficilmente ne avrà per i prossimi 15 anni. Ma la bacheca, si sa, fa la differenza e difficilmente i giurati non premieranno un “parigino”. A proposito, come funzionano le votazioni? Così: cento giurati giornalisti dovranno fornire la loro personalissima lista di dieci nomi, scalando i punteggi dall’ultimo al prediletto e seguendo tre banalissimi criteri. 1) Prestazioni individuali. 2) Aspetto collettivo/trofei vinti. 3) Classe e fair-play. Premiazione il prossimo 22 settembre a Parigi, ex “casa” di Kylian Mbappé, fenomeno del Real Madrid che ha sì ottenuto l’ottava nomination della carriera ma rischia di restare nuovamente a secco. Son problemi...